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Ciambetti: Fitch dice che il Veneto paga un prezzo troppo alto e Squinzi ha ragione

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 23 Maggio 2013 alle 21:26 | 0 commenti

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Regione Veneto, assessore Ciambetti - “Le prospettive sono negative in quanto allineate a quelle della Repubblica Italiana: è tutta in questa lapidaria affermazione degli analisti la spiegazione della situazione che il Veneto sta vivendo”. L’assessore regionale al bilancio, Roberto Ciambetti, cita testualmente un passaggio della comunicazione con la quale Fitch ha reso noto oggi l’attribuzione del rating di lungo termine di “BBB+” e quello di breve termine di “F2” alla Regione del Veneto, allineato a quello italiano.

Secondo i criteri utilizzati da Fitch, infatti, il rating delle Regioni non può essere superiore a quello dello Stato, a meno di un’effettiva autonomia finanziaria. “Quell’autonomia – sottolinea Ciambetti – che invochiamo da sempre e per la quale in tutte le sedi ci siamo battuti, presentando proposte e iniziative che una logica centralista ha puntualmente respinto”.

La stessa Agenzia sottolinea che il rating del Veneto è “compresso” da quello dello Stato e aggiunge che “le prospettive potrebbero tornare stabili se venissero stabilizzate quelle della Repubblica. Viceversa, una riduzione del rating dell’Italia implicherebbe una riduzione del rating del Veneto”.

“Esiste una sostanziale convergenza tra l’analisi dell’Agenzia di rating e quanto sostiene il presidente di Confindustria Squinzi – rileva l’assessore  – e cioè che il Nord è affossato e che senza riforme le aree produttive del paese rischiano il collasso. La Regione del Veneto, e questo lo ribadisce Fitch dopo che già era stato evidenziato dalla Corte dei Conti quando ha analizzato il nostro bilancio, possiede una soddisfacente capacità di rimborso dei prestiti nonché riesce a tenere sotto controllo la spesa sanitaria nonostante gli aggravi e i vincoli imposti dallo Stato”.

“Credo che qualunque agenzia, anche la meno affidabile – conclude Ciambetti –, non avrebbe potuto lasciar passare inosservato il fatto per cui una Regione che ha oltre un miliardo e 380 milioni di euro in cassa, non possa spendere i suoi soldi perché lo Stato a cui appartiene le impedisce di farlo a causa dell’applicazione del Patto di stabilità”.

Ciambetti “Squinzi ha ragione:  ridare forza al Nord è l’unica strada per la salvezza”

“Squinzi ha ragione nel rilanciare la Questione settentrionale: non è che bloccando la locomotiva che si trascina l’Italia fuori dalla secca di una crisi devastante”,. L’assessore regionale al Bilancio ed Enti locali, Roberto Ciambetti , concorda con la necessità “espressa dal leader di Confindustria all’apertura dell’assemblea nazionale dell’associazione delle maggiori imrepse italiane  di cambiare passo e utilizzare gli strumenti che già ci sono – ha detto Ciambetti – Penso ad esempio alla necessità di distribuire i fondi comunitari in maniera razionale ed equilibrata tra Nord e Sud del paese: se c’è da scommettere sul treno della ripresa forse è meglio puntare sul cavallo che è sempre stato vincente, mentre troverei un azzardo investire laddove da tempo immemorabile si spende senza raccogliere, come fece Prodi nel 2007. L’Italia è condannata alla stagnazione e al rapido declino se non si affrontano con coraggio le contraddizioni del sistema paese: oltre al rischio della terza ondata di credit crunch con le banche che stringono sempre più i rubinetti del credito, oltre alla tragedia della disoccupazione, frutto anche della dannosa riforma Fornero, dobbiamo ammettere che l’eccessiva tassazione,  uno stato centrale bulimico che assorbe risorse,  una giustizia a dir poco farraginosa e politiche di sviluppo che sviluppano solo l’assistenzialimo  improduttivo ma non l’economia reale spingono investimenti e capitali a cercare all’estero migliore e più sicura e redditizia allocazione. L’economia e la società del Nord non sono ammalate – ha detto Ciambetti – sono vittime casomai di un sistema insostenibile, quel sistema che, come dicevo, andò a privilegiare gli stanziamenti europei al Sud Italia trasformando capitali freschi in spese improduttive o che, attraverso meccanismi perversi quali il Patto di stabilità,  impedisce alle Regioni virtuose di spendere quelle risorse pazientemente e oculatamente risparmiate. Squinzi dice che abbiamo perso tutti, ma il fatto che si sia perso non significa che si debba continuare a perdere. Bisogna cambiare strada: con il governo Monti abbiamo perso più di un anno, vedendo leggi infauste, ad iniziare dalla riforma Fornero, provvedimenti iniqui come quelli che hanno permesso alle banche di incassare miliardi di fondi della Bce senza immetterli nel mercato. Quanto sta accadendo in questi giorni in Svezia, dove la rivolta di immigrati senza lavoro sta mettendo a ferro e  fuoco interi quartieri delle banlieue di Stoccolma e Malmö  dovrebbe mettere sull’avviso dei rischi di tensioni sociali che anche da noi sono latenti e che possono essere affrontare solo se verrà garantito al mondo dell’economia reale la possibilità di salire sul treno dell’innovazione e della competitività. Ma come si fa ad essere competitivi se il tuo padre-padrone, lo Stato, ti toglie sistematicamente ben più della metà di quello che incassi nomn per creare servizi e infrastrutture ma per mantenere il consenso politico delle aree improduttive del paese”?

 

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