Centomila gavette di ghiaccio gratis per Arzignano
Lunedi 23 Febbraio 2015 alle 17:37 | 0 commenti
Comune di Arzignano - 100 libri per 100 anni: l'iniziativa per ricordare il centesimo anniversario della nascita di Giulio Bedeschi continua con una nuova fornitura di libri.
L'Assessore Mattia Pieropan ha spiegato: "Sono convinto che questa iniziativa sia molto più efficace di qualsiasi serata commemorativa, per ricordare il nostro concittadino. Grazie alla generosità di Giuliano Bedeschi, altre copie di Centomila gavette di ghiaccio sono ora a disposizione degli arzignanesi che ne faranno richiesta in Biblioteca".
Per celebrare i cento anni dalla nascita di Giulio Bedeschi nei giorni scorsi sono state distribuite gratuitamente cento copie del capolavoro dello scrittore arzignanese agli studenti della città che si sono dimostrati interessati all'iniziativa.
Ora, grazie anche alla generosità del nipote, Giuliano Bedeschi, altre 100 copie del romanzo saranno regalate a tutti i cittadini residenti ad Arzignano che si recheranno presso la Biblioteca Civica, intestata proprio a Giulio Bedeschi.
Primo dei quattro figli di Elisa Belli e Edoardo Bedeschi, funzionario del Provveditorato agli Studi, Giulio nasce ad Arzignano il 31 gennaio 1915. A Vicenza frequenta le scuole del Patronato "Leone XIII" e il liceo classico "Antonio Pigafetta" insieme a quelli che saranno poi gli amici di una vita, da Gianni Pieropan a Mariano Rumor. I trasferimenti del padre, prima a Venezia e poi a Forlì, portano Giulio a terminare gli studi di Medicina, già iniziati a Padova, presso l'ateneo bolognese. Nel 1940 ottiene l'abilitazione alla professione e termina la Scuola Allievi Ufficiali presso la Scuola Militare di Sanità di Firenze. Sottotenente dell'Esercito, è chiamato a far parte di una commissione medica incaricata di esaminare i giovani soldati in partenza per il fronte greco-albanese. L'esigenza etica della condivisione e della solidarietà , valori cardine delle figure di fanti e alpini poi ritratte nei suoi libri, lo spinge ad arruolarsi come volontario e a partire, di lì a pochi anni, per quello stesso fronte.
Al seguito dell'ARMIR, subentrato al precedente Corpo di Spedizione Italiano in Russia, che amplia il coinvolgimento dell'Italia nella già difficile campagna militare, dall'estate del '42, raggiungendo il fratello minore Giuseppe, Giulio viene trasferito nella steppa russa, dove rimarrà ininterrottamente fino al momento della ritirata. Da questa esperienza trarrà materia e ispirazione per la stesura di Centomila gavette di ghiaccio. Il manoscritto, steso tra il 1945 e il 1946 e rifiutato per 18 anni da numerose case editrici, viene edito nel 1963 per i tipi di Ugo Mursia nella collana "Testimonianze tra cronaca e storia. Guerre fasciste e Seconda Guerra Mondiale". Il successo di pubblico è immediato e nel 1964 gli viene attribuito il Premio Bancarella. La notorietà raggiunta significò per Bedeschi un deciso incremento nell'impegno letterario, con collaborazioni a varie testate giornalistiche quali L'Europeo, Gente, Storia illustrata, e partecipazioni a conferenze e giornate studio. Non rinunciò mai, però, all'esercizio della professione di reumatologo, dapprima a Brescia, città in cui aveva domicilio e dove nel 1955 si era sposato con Luisa Vecchiato, poi, dal 1960, a Milano dove aveva fondato e diretto il Centro Polispecialistico Reumatologico.
Nel 1966 esce Il peso dello zaino che costituisce un unico blocco narrativo con Centomila gavette di ghiaccio ed è la prosecuzione in terra italiana delle vicende dei reduci della tredici (batteria del gruppo "Conegliano" nella quale Giulio combattè) dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Di lì a breve seguiranno altri due nuovi titoli: La rivolta di Abele del 1972 e La mia erba è sul Don.
Il primo tra questi risulterà vincitore del premio letterario Città di Bergamo nel 1973 e, nel 1974, del premio Maria Cristina offertogli da una giuria di oltre 3000 donne abitanti in tutte le regioni d'Italia. Lungo tutti gli anni Settanta e Ottanta, Bedeschi, sempre in collaborazione con la casa editrice Mursia, progetta e realizza una nuova esperienza editoriale divenendo il curatore della serie dei volumi "... c'ero anch'io", monumentale raccolta di testimonianze di coloro che furono protagonisti diretti nei vari fronti della Seconda Guerra Mondiale.
Nel settembre 1990, dopo la lunga parentesi lombarda, Bedeschi rientra in Veneto, a Verona, dove si spegne nel dicembre dello stesso anno.
La sua opera fu sempre connotata dalla necessità di definire, per l'uomo, un perimetro di appartenenza comune che escludesse rancori e faziosità in nome di un più alto senso di fratellanza e solidarietà .
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