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Fondazione Roi: il nuovo statuto per motivi anche "estetici" andava elaborato non da cda di Diamanti ma da terzi coinvolgendo Comune di Vicenza, una banca e Sovrintendenza

Di Mario Giulianati Sabato 28 Luglio 2018 alle 04:42 | 0 commenti

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Il 30 luglio si svolgerà un Consiglio di Amministrazione della Fondazione Roi particolarmente significativo per la storia di questa nobilissima iniziativa del Marchese Boso Roi. Vi sarà all'attenzione dei componenti il CdA un corposo Ordine del Giorno. Ma non mi soffermo su questo. Sparita dall'orizzonte la Banca Popolare di Vicenza, grande punto di riferimento per il Marchese, ora è necessario che un altro soggetto proceda con l'indicazione dei compenti del prossimo CdA. L'attuale infatti è l'ultimo che ha utilizzato la Banca Popolare, o meglio quello che poteva ancora apparire per tale, per costruire l'organismo di gestione della Fondazione.

Secondo un "nuovo statuto", anticipato per la parte della nomina del cda e poi reso noto più completamente proprio da VicenzaPiu.com, la terna di base, i tre componenti il CdA, più un autentico rappresentante del Museo Civico Chiericati hanno, poi, la possibilità di cooptare un quinto componente. Per ora faccio un lungo passo indietro e parto, pur sinteticamente dalla nascita della Fondazione, avvenuta il 26 luglio 1988 presso lo studio del dott. Luciano Rizzi, notaio, in Piazza Matteotti al n. 30, proprio di fronte al Palazzo Chiericati. Salto tutti i particolari notarili, nomi e cognomi delle personalità formanti il primo CdA, ricordando solo che la presidenza era stata, naturalmente, trattenuta nelle mani del Fondatore marchese Giuseppe Roi. Cito solo un articolo, il 2, per ora non solo dello statuto, ma dello stesso atto fondativo, che recita: "La Fondazione ha per scopo di favorire il Museo Civico di Vicenza nel perseguimento delle proprie finalità. In particolare la Fondazione potrà finanziare in tutto o in parte, l'acquisto di opere d'arte, il loro restauro, gli allestimenti di mostre ed esposizioni organizzate dal Museo e la conservazione del palazzo Chiericati e delle sedi museali vicentine".
Nel sito del Comune di Vicenza, alla voce Musei Civici, aggiornamento del 28 giugno u.s. è scritto che: I musei civici di Vicenza comprendono la Pinacoteca di Palazzo Chiericati, il Museo Naturalistico Archeologico e il Museo del Risorgimento e della Resistenza. E, inoltre, si dice che, come monumenti di importanza artistica, vi sono anche il Teatro Olimpico, la Chiesa di Santa Corona, la Basilica Palladiana. Monumenti, viene specificato, non musei. Lo statuto originario specifica che la Fondazione potrà anche sostenere, con limiti economici, attività integrative a quelle statutarie, quindi legate al Museo Chiericati, ovverossia la promozione culturale e dell'arte. Iniziative d'altra natura non sono compatibili né con lo statuto né con la legge. (Lgs 4 dicembre 1997 n.460)
Dopo la scomparsa del marchese Roi, mi pare addirittura prima della fine dello stesso anno, lo Statuto subì delle variazioni, modifiche che, dopo la approvazione da parte dell'organo di controllo regionale, consentirono di "interpretare", in maniera più o meno lecita non sta a noi stabilirlo, il quinto comma della legge sopra citata in modo allargato.
Non entro nel merito delle variazioni, né esprimo alcuna valutazione sull'uso che ne è stato fatto. Mi permetto solo di ritenere che prima di affrontare il problema della successione del CdA, il Consiglio in carica, presieduto da Ilvo Diamanti, a mio modesto avviso, proprio per rispetto verso il Fondatore, avrebbe dovuto riportare lo Statuto alla sua originalità. Evidente che una modifica doveva pur essere fatta, quella appunto della individuazione del soggetto sostituivo della Banca Popolare di Vicenza, ma ritengo che sarebbe stata cosa buona, visto il clima in cui si è svolta la vita dell'ente in questi ultimi anni, che gli attuali componenti il CdA cedessero questo onere a un soggetto terzo. Al limite fosse solo per un fattore "estetico". Il principio di fondo doveva essere quello del recupero del pensiero originario di Boso Roi, individuabile proprio nella pressoché totale sua attenzione verso il Museo Chiericati. Una ipotesi poteva essere quella di interpellare anzitutto il Comune di Vicenza quale soggetto destinatario del bene; una banca locale perché individuasse un esperto in finanza, possibilmente vicentino e comunque conoscitore del territorio; la Sovrintendenza che, in ogni caso, ha voce autorevole sulla materia specifica della mission.
Torno all'inizio, alla individuazione di chi ha, invece, ora titolo a indicare la terna iniziale del CdA. Si legge nel nuovo statuto che le Istituzioni individuate siano il FAI, il Vescovo della Diocesi di Vicenza e l'Accademia Olimpica. Certamente tre istituzioni di altissimo livello ma penso di non essere il solo ad aver sperato che le indicazioni fatte dall'attuale CdA fossero sostenute da motivazioni adeguate e che fossero rese pubbliche.

Infine di questi tempi si parla molto, facendo solitamente riferimento al mondo della politica, di conflitto di interessi. Qualcosa del genere mi pare possa anche esservi in questa circostanza nelle scelte del CdA della Fondazione Roi. Pure questa sarebbe una cosa da chiarire.


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