Caso Mcs arriva in Senato. Cappelletti: è ora che il governo disincentivi le delocalizzazioni
Giovedi 27 Giugno 2013 alle 15:15 | 0 commenti
Movimento 5 Stelle - Il Movimento porta il caso MCS in Senato. Lo fa con una interrogazione urgente firmata da 23 parlamentari e che vede come primo firmatario il vicentino Enrico Cappelletti. Il documento indirizzato ai ministri del lavoro e dell'economia ricorda come  "MCS Italia S.p.A., azienda ai vertici mondiali nel settore della produzione di abbigliamento, erede diretta di uno dei più importanti gruppi tessili italiani che hanno fatto la storia dell'industria tessile di Vicenza e d'Italia.
Il gruppo Marzotto ha previsto un riassetto industriale ed organizzativo che prevede il taglio della “Linea donnaâ€, l'eliminazione totale della “Linea Facon†e la delocalizzazione dei settori commerciale export, operations e finanza, con un conseguente esubero di 99 persone, su un totale di 159 addetti". "MCS Spa fa capo ad un fondo internazionale “Emerisque Brands" che lo scorso aprile ha rilevato il 100% delle quote da “Red and Black", società indirettamente collegata al fondo Permira e alla famiglia Marzotto" ricorda Cappelletti. "Da notizie apparse su organi di stampa locale e da dispacci delle organizzazioni sindacali, si è appreso che l'azienda ha in programma di avviare un piano di riorganizzazione che sposterebbe i centri decisionali-amministrativi, commerciali, gestionali da Maglio di Sopra ad altro stabilimento all'estero, al fine di creare una nuova ed autonoma realtà produttiva. Afronte dei 99 esuberi ufficializzati dalla proprietà , la triplice sindacale ha risposto con uno sciopero ed un'assemblea"."
"La delocalizzazione di rami specifici dell'azienda sembra costituire il primo passo verso la definitiva chiusura dello stabilimento, ponendo i dipendenti davanti alla scelta obbligata di cambiare lavoro in un'area già povera d'offerta"  denunciano Cappelletti e gli altri parlamentari del Movimento 5 Stelle. "Tale discutibile operazione commerciale, rischia di avere gravi ricadute sul tessuto economico e occupazionale del territorio" continua Cappelletti."MCS Spa è una realtà produttiva assolutamente centrale nel tessuto economico del suo territorio, pertanto il suo "impoverimento qualitativo" metterebbe senza dubbio alcuno a rischio la sopravvivenza di una notevole moltitudine di aziende dell'indotto, oltre che delle lavoratrici e lavoratori in esse occupati" continua l'interrogaizone.
Da qui una serie d'interrogativi ai Ministri del Lavoro e dell'Economia. "In quali tempi il Governo intende avviare un tavolo di confronto tra MCS SpA e le parti sociali per trovare una soluzione che permetta di salvaguardare i posti di lavoro e l'esperienza di produzioni da decenni all'avanguardia assoluta nel settore dell'abbigliamento di qualità ?". "Il governo intende proporre un'adeguata previsione normativa che disincentivi le aziende italiane a delocalizzare la produzione e/o i servizi in altri Paesi, al fine di salvaguardare quell'enorme patrimonio di conoscenza che ha da sempre contraddistinto il made in Italy, attraverso provvedimenti premiali verso le aziende che mantengono interamente in Italia la propria produzione? " continuano i parlamentari a 5 stelle del Senato. Cappelletti chiede inoltre di "prevedere specifiche misure di tutela del settore tessile-abbigliamento, al fine di scongiurare che fatti come quello di specie, abbiano continuamente a ripetersi". Si pongono infine i ministri di fronte alla richiesta di una presa di posizione netta perche "di fronte all'acquisto di una azienda italiana finalizzato alla sua chiusura, da parte di un gruppo finanziario estero, al fine di consentire il massimo sfruttamento dei marchi commerciali sui mercati mondiali, rappresenti una pratica commerciale scorretta e stigmatizzabile, in quanto lesiva dell'immagine del made in Italy nel mondo".
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