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Caccia, Stival va avanti e ribatte ai "messaggi contraddittori e fumosi inviati da Vicenza"

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 30 Gennaio 2014 alle 17:24 | 0 commenti

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Regione Veneto - “Rispetto il margine di sicurezza che si è voluto dare il consiglio regionale con la proroga al piano faunistico venatorio ma non deve essere motivo di rallentamento dei lavori sul nuovo. Ho già formalizzato la richiesta alla competente commissione di poter illustrare le osservazioni al piano che sono state depositate, anche e soprattutto per dare risposte chiare e reali ai messaggi contraddittori e fumosi inviati sabato scorso dalla manifestazione di Vicenza”.

Lo sottolinea oggi l’assessore regionale alla caccia Daniele Stival, dopo che il Consiglio regionale ha votato una proroga della validità del vigente Piano Faunistico Venatorio.

Stival entra poi nel merito di alcune spinose questioni.

“Alcuni esempi - esordisce: si è affermato che c'è una drastica riduzione del territorio cacciabile. Niente di più falso, perché passiamo dall'attuale Territorio agro-silvo-pastorale (Tasp) di 1.366.706 ad un nuovo Tasp di 1.532.574; altro passaggio è il divieto di caccia sui valichi, premesso che i valichi sono stati indicati dalle province sulla base della normativa sulla Valutazione d’incidenza ambientale (Vinca), gli stessi serviranno per dati e ricerca scientifica e comunque passiamo dagli attuali tre valichi dove vige il divieto di caccia ad uno solo”.

“Cosa dire poi – prosegue Stival - sull'indice venatorio. Si passerebbe da 1/6 a 1/23. L'1/23 è il risultato matematico del Tasp diviso il numero di cacciatori, perché è sempre valido il principio che la prima scelta è personale ed indipendente dal numero degli iscritti”.

“Siamo poi accusati – aggiunge l’assessore - di voler espropriare i soci del diritto di partecipazione. Anche qui nulla di più falso, primo perché è una libera scelta dell'assemblea dei cacciatori decidere per una eventuale rappresentanza; secondo perché la proposta sta nei fatti, visto che già oggi abbiamo una presenza media alle assemblee che è inferiore al 30% (a Vicenza, ad esempio, su circa 11000 iscritti partecipano circa 200 soci). Anche in questi casi – conclude Stival - si vuole confondere, ma sopratutto delegittimare, i cacciatori nelle loro scelte personali”.

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