Quotidiano | Categorie: Politica

Berlato: no ad aborto, fecondazione per tutti e campagne Lgbti. Sì vita e famiglia

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 22 Ottobre 2013 alle 16:26 | 0 commenti

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On. Sergio Berlato, PDL-PPE - “Ho votato convintamente per il respingimento della proposta di risoluzione Estrela ‘sulla salute e i diritti sessuali riproduttivi’  perche’ aveva il preciso obiettivo di incidere sulla mentalità e la cultura dei cittadini, facendo passare messaggi in nome del progressismo e del permissivismo a tutti i costi, che andavano e vanno contro il concetto di vita e di famiglia”.

Commenta così Sergio Berlato, deputato al Parlamento europeo e coordinatore provinciale del Pdl Vicenza,  la votazione di questa mattina che ha respinto la  relazione della commissione per i Diritti della donna e l’uguaglianza di genere presentata dalla parlamentare europea Edite Estrela “sulla salute e i diritti sessuali riproduttivi”.

“Parlo dal punto di vista culturale prima ancora che da quello legislativo perche’ si trattava  di una risoluzione del Parlamento i cui contenuti sarebbero stati recepiti dalla stessa Commissione, riportandola in una direttiva o in un regolamento, finendo per vincolare giuridicamente le legislazioni di tutti gli stati dell’Unione”.

“Quindi- prosegue Berlato- oltre al grave indottrinamento ‘culturale’ c’era il rischio che con questa nefasta risoluzione davvero un domani ci si sarebbe ritrovati ad avere accesso pressoché illimitato all’aborto, limitando  persino il ricorso all’obiezione di coscienza,  e si sarebbe giunti poi anche alla possibilità di fecondazione assistita per donne single e lesbiche”. “Insomma- continua il deputato europeo- si sarebbe andati a stravolgere l’ordine strutturale e simbolico della famiglia, che secondo questa ideologia sarebbe quindi discriminatorio”. “Non meno grave- ancora Berlato- è il punto della direttiva in cui si prevedevano corsi obbligatori a scuola di educazione sessuale pro Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali), in pratica una riscrittura dell’educazione sessuale sul presupposto di un concetto vago, indefinito e antiscientifico della cosiddetta identità di genere”. Nel documento si legge di “fornitura di informazioni non discriminatorie e la comunicazione di un’opinione positiva riguardo alle persone Lgbti , così da sostenere e tutelare efficacemente i diritti di giovani Lgbti”. “In questo modo- conclude il deputato europeo-, sarebbe infatti toccato alla scuola il ruolo di educatore morale e antropologico dei figli e questo noi non possiamo ritenerlo accettabile”.

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