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Presidio davanti alla Cgil di Vicenza, la risposta della segretaria generale Bergamin

Di Edoardo Andrein Giovedi 26 Giugno 2014 alle 20:57 | 0 commenti

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Nel tardo pomeriggio di giovedì 26 giugno 2014 i componenti dei sindacati di base Cub, Usb e del Coordinamento No Austerity si sono ritrovati davanti alla sede della Cgil in via Vaccari a Vicenza per manifestare ai colleghi sindacalisti la propria avversità all’accordo raggiunto dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil sul "Testo Unico sulla rappresentanza" che, secondo quanto sostengono i manifestanti, “cancella la democrazia nei luoghi di lavoro e toglie ai lavoratori ogni possibilità di tutela e di lotta”.

Una dura risposta a quanto avvenuto oggi a Vicenza arriva da Marina Bergamin, segretaria generale della Cgil vicentina:

“Esprimiamo innanzitutto una grande amarezza nel vedere un’organizzazione sindacale manifestare contro altre organizzazioni sindacali. Anche nei momenti di grande tensione e di ripetuti accordi separati tra Cgil Cisl Uil, mai è accaduto che si sia deciso un gesto di questa portata, da parte di nessuno”.

Poi Bergamin torna ad affrontare di nuovo l’argomento al centro della controversia, il “Testo Unico sulla rappresentanza”, un’intesa firmata il 10 gennaio scorso con Confindustria:

“È la conclusione di un processo di riforma che vuole invertire la deriva degli ultimi anni fatta di troppe intese separate, discriminazioni e pochissima democrazia. L’accordo precisa ed estende gli spazi di democrazia e di partecipazione alle decisioni: la rappresentanza di ogni organizzazione sindacale deriverà dalla certificazione, da parte di soggetto terzo, degli iscritti e dei voti ottenuti per le elezioni delle RSU; i diritti sindacali in capo ad ogni organizzazione non saranno determinati dalla sottoscrizione dei contratti applicati, ma dal raggiungimento del 5% di rappresentanza e alla conseguente partecipazione alla trattativa”. 

“Le RSU – prosegue la segretaria - saranno elette da tutti i lavoratori e le lavoratrici col sistema proporzionale puro, nessuna quota garantita per nessuno, quindi, ed avranno un potere di decisione sulla contrattazione di secondo livello così come definito dal contratto nazionale.

“I nuovi Contratti Nazionali di Lavoro – spiega Bergamin - saranno efficaci ed esigibili solo se avranno il consenso del 50% + 1 della rappresentanza sindacale, assieme al 50% +1 del voto dei lavoratori e delle lavoratrici interessati: spetta ai prossimi Contratti nazionali definire il percorso democratico. Intanto c’è un accordo Cgil Cisl Uil che impegna a consegnare ai lavoratori l’ultima parola sugli accordi stessi.

Infine, il Testo Unico delimita le clausole di esigibilità che i futuri CCNL dovranno definire rendendole operanti per entrambe le parti. Ovviamente l’impegno a non contrastare l’accordo,  fatti tutti i passaggi democratici di cui sopra, riguarda esclusivamente i contenuti dello stesso; il diritto soggettivo allo sciopero resta garantito e l’esigibilità dell’accordo non può significare sanzioni individuali per lavoratrici e lavoratori ma per le rappresentanze e le organizzazioni sindacali e solo sul versante dei diritti sindacali di origine contrattuale (es. permessi sindacali previsti dai contratti collettivi…) e non di legge (nulla a che vedere quindi con l’accordo separato di Pomigliano).

L’ impegno dell'intera Organizzazione, ora, è a proseguire ed estendere l'iniziativa per allargare l'applicazione di regole democratiche ed esigibili a tutte le controparti datoriali e ad assicurare il pieno coinvolgimento di tutte le nostre strutture nella fase attuativa di quanto pattuito.

La sottoscrizione delle nuove regole, può realmente determinare le condizioni per una Legge su democrazia e rappresentanza, dando forza e vigore a questi principi ed attuando l’articolo 39 della Costituzione, al fine di determinare l’estensione dell’applicabilità in tutti i luoghi di lavoro e l’erga omnes dei contratti”.


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