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Bassano, si celebra la pace con simboli di guerra con l'evento del 29 maggio

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 10 Maggio 2016 alle 11:02 | 0 commenti

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Comitato 1866
C'è un che di surreale in ciò che accade a Bassano il prossimo 29 maggio: un tricolore di 1797 metri (il numero non è casuale) sfilerà in nome della pace. L'utilizzo inconsapevole di simbologie di guerra per celebrare il proprio contrario rende infatti la manifestazione una triste evidenza di ignoranza dal punto di vista storico. E di indelicatezza, dal punto di vista diplomatico. Sì, perché celebrare la pace con una metratura precisa che ricorda l'anno in cui Bassano e tutto il Veneto fu massacrato dai francesi è quantomeno discutibile. La Repubblica di San Marco, sotto la quale Bassano prosperò per secoli dal 1404 e alla quale deve gran parte della sua bellezza e vivacità commerciale e artistica (pensiamo ai Remondini o ai Da Ponte) veniva colpita a morte da Bonaparte, il quale si era ripromesso senza mezzi termini di "essere un Attila per lo Stato veneto".

E Bassano fu travolta da quest'orda barbara. Tanto per rimanere in città, il 14 maggio del 1797 Palazzo Pretorio veniva dato alle fiamme e l'Abate Giovanni Sale lo ricorda con queste parole «al cui splendore ballando e cantando gli allegri francesi insultavano coi loro bagordi e tripudi i nostri pianti e affanni» (Storia di Bassano vol III). E basterebbe aver letto le Cronache del Brentari per inorridire davanti alla violenza delle truppe napoleoniche che misero a ferro e fuoco il bassanese per mesi, rubando e uccidendo cittadini, oltraggiando le chiese fino a ungersi gli stivali con l'olio santo della chiesa di San Donato (Battaglia di Bassano). Insomma, nel 1797 qui a Bassano e in tutto il Veneto si moriva di guerra!
E pazienza se in Emilia Romagna quel numero significa altro: i Veneti dovrebbero rispettare se stessi, rispettando prima di tutto la propria storia.
Inoltre, a cento anni da uno dei conflitti più dolorosi che l'Europa ha conosciuto, ci si aspetterebbe maggior delicatezza per i morti di tutte le nazioni. Ostentare in maniera infantile chilometri di tricolore, che ricordiamo fu tra gli stati aggressori (!!) attaccando guerra all'Austria (sempre a maggio, ma nel 1915!) e dando il via di fatto al massacro che insanguinò i nostri monti, è indelicato nei confronti delle migliaia di vittime di tutte le nazionalità e un affronto alla verità storica. Persino il Sacrario del Monte Grappa ci ricorda che lì non vinse nessuno, ma persero tutti.
Sfilare allegramente con la bandiera di chi ha iniziato la guerra non è celebrare la pace: è rimarcare (sgarbatamente) chi ha vinto.
Meglio sarebbe stato sfilare con un drappo, quello sì lungo chilometri, con i nomi di tutti i 22.910 sepolti sul Grappa, tra cui si contano migliaia tra austriaci ungheresi, sardi, veneti, friulani...e così via in un terribile rosario di sangue.
La storia sarebbe maestra di vita. Ma non lo può essere se non la si conosce e l'Amministrazione di Bassano dimostra quanto poco è consapevole della propria. 
La leadership si fonda su un'identità forte e chiara: sarà anche per questo che Bassano non riesce ad esserlo nemmeno nel suo territorio.

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