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Ancora ritardi nel processo Marlane: un ulteriore insulto per chi è morto

Di Giorgio Langella Lunedi 28 Aprile 2014 alle 23:03 | 0 commenti

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La perizia che doveva essere consegnata il 22 aprile 2014 dal pool di esperti nominato dal tribunale di Paola non è pervenuta al Presidente del collegio, Domenico Introcaso. Il lavoro che gli "esperti" dovevano svolgere resta, quindi, un mistero. Adesso, con ogni probabilità, il prossimo 2 maggio la perizia potrebbe essere dichiarata nulla in quanto nessun perito di parte è stato coinvolto nella stesura del documento ad oggi inesistente.

L'oggetto della perizia doveva essere la verifica di cosa è stato nascosto nelle vicinanze dello stabilimento e, quindi, se si sia verificato o meno il disastro ambientale del quale sono accusati gli imputati eccellenti di questo processo infinito. Bisognava inoltre accertare quali sostanze erano impiegate nelle lavorazioni, il nesso o meno tra queste e le patologie riscontrate tra i lavoratori, le condizioni di lavoro esistenti nello stabilimento di Praia a Mare. Come si può vedere una perizia importantissima per il proseguo del processo.

Invece niente, nulla è stato consegnato e, apparentemente, nulla è stato cercato, analizzato, interpretato. È facile immaginare, adesso, che ci saranno ulteriori ritardi nel dibattimento, sospensioni, eccezioni e quant'altro. Tutto fa presagire che questo processo, del quale la "grande" informazione nazionale e locale si è dimenticata, possa arrivare stancamente alla prescrizione. Così non si saprà mai cosa realmente è successo nello stabilimento calabrese della Marlane-Marzotto. Un ulteriore insulto per chi è morto, per i familiari delle vittime, per i cittadini che non sapranno se abitano nei pressi di un sito più o meno pericoloso per la loro salute.

Forse la Marzotto crede di essersi comprata l'innocenza con qualche decina di migliaia di euro "elargiti" ai familiari delle vittime in cambio del loro ritiro dal processo. Non può essere così. È necessario che si accertino le responsabilità per una tragedia del lavoro tanto grave quanto occultata. E, visto che gli imputati e i loro avvocati hanno fatto di tutto nel passato e nel presente per ostacolare il processo, visto che la la "grande" informazione non ha fatto nulla per chiedere che si facesse chiarezza, vista l'omertà che ha coperto questa vicenda, dobbiamo essere anche noi, cittadini democratici, forze politiche e sindacali vicentine che non accettano il silenzio, ad esigere che venga fatta verità e giustizia.

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