Altopiano, la Befana di Oliero
Martedi 26 Marzo 2013 alle 19:45 | 0 commenti
Giovanni Bertacche - Allora ci credono alla Befana, gli adulti intendo. Che Oliero sia la soluzione anziché il problema dell’Altopiano, con la magica scalata dell’acqua dal fondo valle di Oliero, su su fino ai 1241 metri di Col di Astiago. Ma se un’opera tanto ciclopica merita senz’altro ammirazione, desta tuttavia non poche perplessità pensare che tutto sia stato risolto e concluso.
Anzitutto dal lato della spesa: un’opera così imponente richiede continui interventi i cui costi vanno a incidere sui bilanci degli enti, solo in parte rimborsabili dagli utenti. Una spesa periodica, in continua crescita sia per l’aumento dei consumi sia per le manutenzioni e le sostituzioni degli impianti da aggiornare. Dal lato dei costi, dunque, un pensiero bisogna pur farlo una volta o l’altra, prima che sia troppo tardi. Ma non basta. E’ perlomeno avvilente che l’Altopiano così ricco di precipitazioni meteoriche, oltre 2.000 millimetri l’anno, non faccia nulla per trattenere tutto quel bendiddio, lasciandoselo invece sottrarre da un terreno bucherellato come un gruviera. Con le abbondanti precipitazioni, per di più in una zona priva di specchi d’acqua, quell’immenso terrazzo con i suoi 600 km quadrati cambierebbe senz’altro volto, avrebbe un altro clima e altri modi di vivere. Ma bisogna trattenere l’acqua. Lasciarla inghiottire dalle voragini per precipitare nel breve volgere di un giorno già giù fino in pianura, per poi farle fare il percorso inverso: ecco un enorme dispendio di energie. Non vi pare un controsenso? L’acqua, una ricchezza inestimabile tanto più per una località montana, è tutto; ma non è più conveniente a chilometro zero? Vale per gli acquedotti, per i boschi, per i pascoli, il turismo. E poi acqua chiama acqua e tanta neve d’inverno, con tutto ciò che segue per le attività turistiche. Ma non bisogna lasciarla scappare! Di qui un grande sogno: un progetto che preveda opere per trattenere e salvare le acque meteoriche: canalizzazioni, vasche, specchi. Un’opera grandiosa, non c’è che dire, alla quale far intervenire la Comunità Europea che, di questi tempi, lamenta l’inutilizzo dei fondi disponibili per grandi opere. Intanto si darebbe vita a vasti cantieri e soprattutto si aprirebbero prospettive di lavoro nell’immediato non meno che per il futuro. A opere ultimate poi verrebbe a cessare l’emorragia finanziaria per sostenere i sempre più incalcolabili costi per impianti e il pompaggio da Oliero. A proposito provate a sommare i costi che da oltre 35 anni le finanze pubbliche e in definitiva i cittadini, sostengono per le opere e la gestione di Oliero e confrontate questi con quelli di un progetto per trattenere le acque sull’Altopiano. Incomparabili senz’altro i vantaggi del progetto: non solo per le minori spese di gestione ma soprattutto per i benefici all’ambiente e per le attività che si potrebbero avviare. Altro che elemosine dalla Regione ai Comuni di confine; altro che referendum per inseguire sogni irrealizzabili e comunque umilianti; altro che progetti devastanti di edilizia turistica! Popolazioni dell’Altopiano pensate in grande: non fatevi defraudare l’oro bianco per poi ripagarlo a caro prezzo. Con esso recupererete dignità e lavoro, restando sovrani sul vostro ancor più stupendo Altopiano.
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