Beltramini, Demo e Bertoldi alla scoperta di "Aldo Manuzio. Il rinascimento a Venezia"
Martedi 10 Maggio 2016 alle 11:30 | 0 commenti
GuanxiNet
Mercoledì 11 maggio 2016 alle ore 20.30, presso Palazzo Festari a Valdagno, si terrà un incontro dal titolo "Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia" con Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum e Edoardo Demo, Università di Verona. Introduce e coordina Alessandra Bertoldi, docente presso i licei di Valdagno. La mostra Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia, curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Giulio Manieri Elia, ripercorre una stagione unica e irripetibile nella storia della cultura europea e occidentale, durante la quale il libro si rivelò capace di trasformare il mondo dando vita al rinascimento di Venezia, città effervescente - con oltre 150mila abitanti nel XVI secolo è una tra le più ricche e popolose città del continente - dove ogni tipo di linguaggio artistico riesce, nello spazio di pochi decenni, a trovare la sua più efficace espressione.
È nel Cinquecento che Venezia conquista e afferma definitivamente il ruolo di cerniera tra l’Oriente e l’Occidente, passando da essere semplice piattaforma per scambi di natura commerciale a luogo dove si mescolano culture, tradizioni, saperi. Aldo Manuzio e la nascita di una nuova Europa. Sfruttando l’imponente rete logistica della quale solo una città mercantile come Venezia poteva disporre, Manuzio riuscì a immaginare e realizzare il suo straordinario programma che per la prima volta prevedeva di rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare. Proprio grazie a Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo, il volgare si affermava, accanto al latino, come la lingua della contemporaneità in tutta Europa, confermandosi tale secondo il canone che elesse Dante, Petrarca e Boccaccio come modelli.
La circolazione di questo patrimonio di testi e di idee non solo contribuì a creare una cultura comune europea, capace di integrare l’ambito classico greco-romano al mondo moderno e contemporaneo, ma favorì l’emergere di temi e motivi assolutamente nuovi anche nel campo delle arti figurative; maestri quali Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari trassero decisa ispirazione dai testi della classicità greca e latina, ora finalmente fruibili con facilità anche da un pubblico laico.
La mostra non mancherà di proporre la Hypnerotomachia Poliphili, il libro illustrato più celebre e raffinato di Aldo Manuzio con fantasiose xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon.
Guido Beltramini è direttore del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. Studioso di storia dell'architettura del Rinascimento, dedica particolare attenzione all'architettura veneta, all'arte della guerra e alla cultura dell'Antico. Ha curato mostre alla Biennale di Venezia, alla Royal Academy di Londra, alla Pierpoint Morgan Library di New York, al National Building Museum di Washington. Il suo libro Palladio privato (2008) è stato pubblicato in tedesco e in inglese. Dall’autunno 2015 è visiting professor a Harvard University.
Edoardo Demo è professore di Storia Economica e Storia del Commercio all’Università di Verona. Si occupa di storia economica e sociale della terraferma veneta tra tardo medioevo ed età moderna. Tra le sue numerose pubblicazioni, si segnalano L’anima della città . L’industria tessile a Verona e Vicenza (1400-1550) (Milano 2001); Mercanti di Terraferma. Uomini, merci e capitali nell'Europa del Cinquecento (Milano, 2012). Di recente ha curato (assieme a Donata Battilotti, Guido Beltramini e Walter Panciera) il volume Storia dell’architettura nel Veneto. Il Cinquecento (Venezia, Marsilio, 2015).
Alessandra Bertoldi docente di materie letterarie presso i Licei di Valdagno.
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