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Al Comunale di Vicenza "Romeo e Giuletta. L'amore è saltimbanco" di Stivalaccio Teatro

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 29 Aprile 2016 alle 10:34 | 0 commenti

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Teatro Comunale di Vicenza
Tra i nuovi spettacoli che la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza ha inserito nella programmazione artistica 2016, c’è il prossimo appuntamento con la prosa, in programma martedì 3 maggio alle 20.45; si tratta di “Romeo e Giulietta. L’amore è saltimbanco” presentato da Stivalaccio Teatro, giovane compagnia veneta diretta dal vicentino Marco Zoppello. Il nuovo appuntamento è inserito nella sezione “Altro Teatro” pensata con lo scopo di avvicinare al palcoscenico gli spettatori che abitualmente non frequentano le sale teatrali e di costruire una relazione con alcuni artisti che finora non hanno calcato i palcoscenici cittadini, nella convinzione che il Teatro Comunale debba essere anche un luogo d’incontro con il talento espresso dal territorio.

Il prossimo appuntamento di Altro Teatro sarà martedì 17 maggio con “Stand Up Balasso”, one man show di e con Natalino Balasso.
“Romeo e Giulietta. L’amore è saltimbanco” in scena martedì 3 maggio alle 20.45 vede protagonisti gli attori di Stivalaccio Teatro, Anna De Franceschi, Michele Mori e lo stesso Zoppello; il soggetto originale e la regia sono di Marco Zoppello, i costumi di Antonia Munaretti, le maschere di Roberto Maria Macchi, la consulenza musicale di Veronica Canale.
Lo spettacolo, un’ora e mezzo di divertimento in costume d’epoca, ispirato ai canoni della commedia dell’arte, racconta di una coppia di saltimbanchi incaricata dal Doge di Venezia di preparare una versione di “Giulietta e Romeo” in onore del re di Francia, di passaggio nella Serenissima. Due ore di tempo per prepararsi ad andare in scena, provare lo spettacolo ma soprattutto per trovare la “Giulietta” giusta da far ammirare al principe Enrico di Valois, in procinto di essere incoronato re di Francia. Ecco così comparire la procace Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile ruolo dell’illibata giovinetta. Il pubblico assiste così ad una prova aperta, alla maniera dei comici del “Sogno di una notte di mezza estate”, in cui la celeberrima storia del Bardo prende forma nel mescolarsi di trame,  dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.
Per la giovane compagnia di Stivalaccio Teatro, Shakespeare diventa così materia viva nel quale immergere le mani, per portare sul palco, attraverso i modi e i riti del Teatro Popolare, le grandi passioni dell’uomo, le gelosie “Otelliane”, i pregiudizi da “Mercante”, “Tempeste” e naufragi, in una danza tra la Vita e la Morte, coltelli e veleni.
L’originale gruppo teatrale, nato nel 2007 come compagnia di teatro popolare, grazie all’incontro di Michele Mori e Marco Zoppello, negli ultimi anni si è contraddistinto con vigore per gli esiti felici dei suoi spettacoli: la cifra di Stivalaccio Teatro è quella della rilettura dei classici attraverso il linguaggio della Commedia dell’Arte. E così dopo “I due gemelli veneziani” e “Don Chisciotte” è la volta, nel quttrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare, di un freschissimo “Romeo e Giulietta. L’amore è saltimbanco”, presentato sul palco del Ridotto al Teatro Comunale di Vicenza. “Don Chisciotte, tragicommedia dell’arte” del 2014 e “Romeo e Giulietta” del 2015 rappresentano le prime due tappe di una trilogia che Stivalaccio Teatro dedica alle personalità illustri del mondo della Commedia dell’Arte (la Trilogia dei Comici).
La Compagnia, con sede a Scorzè, in provincia di Venezia, è formata oltre che dai due fondatori già citati, dalle attrici Anna De Franceschi e Sara Allevi; si occupa stabilmente di teatro popolare, di commedia dell’arte, di teatro ragazzi e di arte di strada.
Parlando della loro attività, gli attori ci spiegano: “Alla base del nostro lavoro c'è la ricerca di un teatro che possa parlare a tutti. Vogliamo uno spazio dove il teatro diventi sinonimo di comunità. Crediamo nello stupore, nell'artigianato, negli oggetti che si trasformano e nella parola che diventa corpo. Un teatro popolare e popolato di persone, di idee, di luci e di storie da raccontare”.


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