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Agricoltura, Berlato: Europa non limiti la libertà nella coltivazione di varietà vegetali

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 4 Giugno 2013 alle 15:19 | 0 commenti

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On. Sergio Berlato, Pdl-Ppe - I Deputati al Parlamento europeo on. Cristiana Muscardini e on. Sergio Berlato hanno presentato in data odierna un’interrogazione alla Commissione Europea in merito al paventato divieto di coltivazione di varietà vegetali come previsto nella “Plant Reproductive Material Law”. “Sembra fatta apposta per consentire alle multinazionali dei semi di raggiungere il dominio completo di tutte le sementi del pianeta.

Rendere illegale, infatti, “coltivare, riprodurre o commerciare” semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” dalla nuova Agenzia delle Varietà Vegetali europee, significa – in un breve lasso di tempo – considerare come criminale l’imprenditore agricolo che coltiverà nel suo terreno piante con semi non regolamentari, cioè non autorizzati dalla suddetta Agenzia” .

E’  questa la premessa dell’interrogazione presentata alla Commissione europea che prosegue “quanti milioni sono in Europa i privati che coltivano piante ed ortaggi nel loro giardino o nei loro terreni, usando i semi conservati di un raccolto precedente? Ci sembra che questa proposta intenda stroncare non solo l’attività hobbystica dei privati, ma soprattutto i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori professionisti che operano su piccola scala, ritenendoli potenziali criminali e consegnando il controllo della catena alimentare nelle mani delle corporazioni. I piccoli coltivatori coltivano senza usare macchinari e spesso rifiutano di utilizzare prodotti chimici. Per cui non c’è modo di registrare quali sono le varietà adatte ad un piccolo campo, perché non rispondono ai criteri dell’Agenzia in questione, che si occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi utilizzati nell’attività agricola professionale. I piccoli inoltre dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia che dovrà registrare i semi”.

“Tutto questo non è ammissibile – afferma l’on. Sergio Berlato – per questo ci rivolgiamo alla Commissione europea ponendo domande che esigono una riposta certa ed immediata. Non è limitando la libertà dei cittadini europei che si garantisce la salubrità dei prodotti alimentari”.

 

 

Di seguito le domande presentate alla Commissione nel testo dell’interrogazione:

 

1.         Pur considerando l'opportunità di disciplinare in un solo atto le 12 direttive attualmente in vigore, non ritiene che eliminare la coltura di sementi prodotte da coltivatori diretti nei loro appezzamenti, limiti la libertà di coltivare?

2.         Non ritiene che questa limitazione di libertà non possa essere affidata ad un'Agenzia, anziché a dei politici eletti, rappresentati nel Consiglio dell’Unione e nel Parlamento?

3.         Come giudica il fatto che, mentre nel sottotitolo si parla di biodiversità e di semplificazione della legislazione, negli articoli relativi, ad esempio,  alle procedure per le varietà amatoriali non si fa nessun accenno alle accurate classificazioni già elaborate dal Defra?

4.         Non pensa che criminalizzando l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina, si avvantaggino così i grandi monopoli di sementi?

5.         Tiene conto della perdita di consenso che simili provvedimenti generano nell’opinione pubblica?

 

Leggi tutti gli articoli su: Sergio Berlato, agricoltura, Cristiana Muscardini

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