Quotidiano | Categorie: Infrastrutture

Affaire Mose, con Fabris e Meneguzzo riflessi vicentini

Di Marco Milioni Sabato 13 Luglio 2013 alle 16:27 | 0 commenti

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La giornata di ieri ha letteralmente mandato in fibrillazione il gotha della politica veneta e la galassia imprenditoriale del cosiddetto sistema dei “Padroni del Veneto”. Gli arresti, le intercettazioni e le perquisizioni eccellenti hanno messo in ansia un establishment già messo alla prova dal caso Mantovani, del quale l'operazione di ieri è la diretta conseguenza.

E se da una parte sono noti i nomi degli arrestati e di molti dei soggetti perquisiti (che spesso non sono nemmeno sotto indagine penale) non succede altrettanto per i nomi degli oltre cento indagati dei quali i media regionali al momento non hanno dato notizia.

Al centro della colossale operazione della Gdf coordinata dalla procura di Venezia che ieri ha portato sul campo in mezza Italia mezzo migliaio di finanzieri c'è l'ingegnere Giovanni Mazzacurati, sino al 28 giugno plenipotenziario e presidente del Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per i lavori del Mose e per la tutela della laguna: da poco gli è succeduto il vicentino Paolo Fabris; anche la sua abitazione è stata perquisita sebbene Fabris allo stato non sia indagato (essendo tra l'altro appena stato nominato nel suo ruolo, ndr). Un altro vicentino lambito dalle indagini, ma non indagato, è Roberto Meneguzzo, maladense, big king della Palladio Finanziaria. Per vero era stato, tra i tanti, l'ex pm veneziano Felice Casson, oggi senatore del Pd, durante un incontro a Breganze, a parlare di possibili svolte clamorose del caso Mantovani, che si sono puntualmente avverate.

Sullo sfondo rimangono però due questioni in sospeso. Nonostante il clamore delle vicende (di cui media italiani e veneti hanno dato ampia diffusione) sia la politica nazionale che regionale sono rimaste pressoché in silenzio. Con alcune eccezioni tra le quali: una dichiarazione di circostanza del governatore veneto Luca Zaia della Lega («la magistratura faccia chiarezza rapidamente») e una difesa ad oltranza di Mazzacurati da parte dell'ex ministro veneziano alle infrastrutture, il democratico  Paolo Costa, oggi presidente del porto di Venezia (Corveneto di oggi, edizione di Vicenza pagina 5).

E un indizio nel senso del silenzio bypartisan delle principali forze politiche (con qualche distinguo) è che il consorzio, che è concessionario unico per le opere autorizzato dal ministero delle infrastrutture, è sempre stato confermato: sia dai governi di centrodestra sia da quelli di centrosinistra. E ancora, nel mare magnum delle commesse legate alle opere pubbliche venete (il caso è quello della A31 Sud) è spuntato il nome del cognato del deputato azzurro Giancarlo Galan: uno spunto scovato da Vicenzapiu.com e inspiegabilmente lasciato in giacenza da altre testate. Ma a mettere un po' di benzina sul fuoco ieri ci ha pensato l'europarlamentare thienese del Pdl Sergio Berlato che nel pomeriggio ha diramato quello che letto tra le righe è un durissimo j'accuse al cosiddetto sistema Galan.


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