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C'era da aspettarselo e puntualmente è arrivato anche in città l'odio antifascista dei centri sociali, ben spalleggiati dalle istituzioni cittadine. C'era da aspettarsi che, dopo la grandissima carnevalata orchestrata dal sindaco di Vicenza Achille Variati, sul vietare gli spazi a chi non è antifascista, qualche baldo giovane o vecchio sessantottino, cogliesse l'occasione per mettere in mostra il suo pensiero di democrazia, imbrattando muri, incitando all'odio e alla violenza contro Forza Nuova e il suo segretario nazionale Roberto Fiore.

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"L'iniziativa, denominata Befana Tricolore, è promossa da Forza Nuova Vicenza e M.i.s., e punta alla raccolta e alla distribuzione di giochi e calze con dolciumi a favore dei bambini in difficoltà.

Correva il 6 gennaio 1928, quando la befana venne istituzionalmente ufficializzata come Befana fascista, un giorno celebrato da molte categorie commerciali e professionali che raccoglievano doni in natura e denaro da destinare alle famiglie più povere". Così inizia la nota di Forza Nuova Vicenza e Movimento Italia Sociale Vicenza, che pubblichiamo senza censura alcuna, come è nostro stile, ma invitando subito a fare delle riflessioni sul riferimento storico a una Befana Fascista la cui riedizione a Vicenza è un fatto su cui ragionare senza frapporre subito solo barricate ideologiche che non farebbero che alimentarne il "culto". 

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Domenica su VicenzaPiù avevamo riferito di quei volantini apparsi in centro che si scagliavano, in un profluvio di moralismo bacchettone, contro il vicesindaco Bulgarini e il presidente della Fondazione Teatro Comunale Flavio Albanese. Volantini il cui autore, però, non è dato conoscere. Il tema era sempre quello dello spettacolo di Angelica Liddell in programma all'Olimpico, accusato di blasfemia e volgarità.

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