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Dopo un funerale zingari sporcano il cimitero. Altri "sporcano" la città ma non sono... zingari

Di Edoardo Andrein Sabato 2 Agosto 2014 alle 22:42 | 0 commenti

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“Oggi pomeriggio ancora una volta gli zingari di Vicenza si sono manifestati alquanto poco rispettosi e ignoranti rispetto a un luogo per noi di culto e di riposo per i nostri cari, quale il cimitero”. La signora Anna Pertegato è da poco uscita dal cimitero delle Maddalene e ci manifesta così la propria indignazione verso quello che ha visto all’interno del camposanto. Subito ci siamo fiondati anche noi all’interno, alla caccia di foto in un periodo in cui la comunità rom e sinti vicentina è da tempo sotto l’occhio del ciclone mediatico e dell’opinione pubblica.

“Hanno voluto celebrare il funerale a Maddalene e poi seppellire la salma al nostro cimitero di quartiere; così quando siamo andati, dopo qualche ora, a trovare i nostri cari abbiamo trovato immondizia dappertutto, bottiglie di vetro sparse ovunque, scatolette di omogeneizzati, sacchetti di patatine, uno schifo dappertutto e sopra le tombe dei nostri cari!” racconta Pertegato.

Tolte le infradito estive per indossare scarpe e calzini alti, ci siamo diretti alla volta della discarica a cielo aperto descrittaci.

Nel frattempo, durante il tragitto, il pensiero ci corre alla inconsueta gioia che deve aver pervaso i maleducati zingari per aver addirittura festeggiato al cimitero la morte e sepoltura di un membro della loro comunità.

Chissà cosa avrà mai combinato costui?

Magari è quello che si era dimenticato di saldare i conti delle bollette, poi pagate dal Comune di Vicenza come avviene per qualsiasi famiglia in difficoltà economica della città, ma diventando un caso in seguito ad un articolo scandalizzato e scandalistico pubblicato da Il Giornale di Vicenza che scatenò una vera e propria tempesta mediatica arrivata sino all’opinione pubblica nazionale.

O forse, tornando al funerale dello zingaro, si trattava di un familiare che ha lasciato agli eredi una somma di denaro così cospicua da scatenate un funeral party incontrollato.

Mentre queste ed altre ipotesi si affollano nella nostra mente arriviamo davanti all’ingresso del cimitero in strada delle Maddalene, ci addentriamo, e subito, nel prato adiacente al vialetto d’ingresso, notiamo (e fotografiamo) una decina di bicchieri di plastica gettati a terra. Poco più in là qualche lattina e bottiglia di birra, un pacchetto di sigarette e uno di patatine (anch’essi immortalati dal nostro obiettivo fotografico).

Quindi ci spingiamo verso la zona delle tombe, mentre una ragazza di bell’aspetto osserva in modo sospettoso il cellulare che teniamo in mano in posizione macchina fotografica neanche fossimo dei profanatori diurni di tombe. Ma nel cuore del cimitero non troviamo nulla, nessun tipo di rifiuto.

Non sappiamo se prima del nostro arrivo qualcuno abbia provveduto solertemente a dare una ripulita allo scenario descrittoci dalla signora Pertegato dimenticando, però e stranamente il vialetto di accesso.

E non sappiamo neanche se magari la stessa signora ha avuto la sensibilità di pulire lei stessa il luogo che ha denunciato come profanato dagli zingari.

Quello che possiamo dire con certezza, a questo punto, è solo che in molti altri luoghi (e atti) pubblici della città i rifiuti e la sporcizia abbondano.

E spesso i cittadini che sporcano i luoghi e, soprattutto, gli atti dei vivi, non meno rispettabili di quelli dei morti, sono figli italiani e veneti di un'ignoranza diversa da quella degli zingari di Maddalene.

Quella che si nutre della complicità omertosa che spetta di diritto a chi non è zingaro.


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