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Zarantonello, Prc, all'Anci Veneto: le rette per non autosufficienti ritornino ai comuni

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 13 Marzo 2013 alle 14:09 | 0 commenti

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Antonella Zarantonello PRC-FDS Vicenza responsabile del Dipartimento Sociale, Sanità e Disabilità - Apprendiamo dalla stampa che la Corte Costituzionale stabilisce con sentenza 296/ 2012 che a pagare l'integrazione delle rette, per i propri cari gravemente non autosufficienti e ricoverati presso le RSA, siano i famigliari e non i comuni. 

Questa sentenza stravolge le sentenze del TAR Veneto che obbligava a pagare l'integrazione i Comuni valutando la situazione economica del solo assistito e non di tutto il nucleo famigliare. Leggiamo inoltre che il presidente di Anci Veneto, ha inoltrato immediatamente la comunicazione a tutti i suoi colleghi sindaci, informando anche il presidente del Consiglio del Veneto Clodovaldo Ruffato, e l'Assessore Regionale al sociale, Remo Sernagiotto. Anche noi di Rifondazione Comunista, ci rivolgiamo al Consiglio Regionale, ai Sindaci del Veneto, e agli Assessori al sociale, e chiediamo come si possono mettere ancora più in crisi le famiglie costringendo i famigliari, soprattutto le donne, a rinunciare al lavoro retribuito, per occuparsi dei loro cari gravemente non autosufficienti? Come spesso accade tocca alle donne un compito di assistenza che dovrebbe essere della sanità pubblica, penalizzandole, costringendole a rinunciare alla vita sociale e a perdere il loro posto di lavoro.

Di sicuro la spinta per questa sentenza è stata portata avanti da parte dell'ANCI (Associazione dei Comuni) e dai Sindaci che ne fanno parte. Sappiamo come sono disastrati i conti dei Comuni veneti e ne prendiamo atto, ma non condividiamo la loro scelta di tagliare sul sociale, non pagando l'integrazione delle rette a chi spetta per legge. Casomai la legge va rafforzata in favore delle famiglie sempre più povere e non delle istituzioni!
Chiediamo inoltre all'Anci il perchè un ammalato di SLA (sclerosi laterale amiostrofica) è accolto gratuitamente in queste strutture e un anziano sopra i 65 anni disabile grave e magari tracheostomizzato, che si trova praticamente in una condizione simile all'ammalato di SLA se non uguale, no? La disabilità grave non è presente, anche della persona anziana colpita da ictus o da malattie degenerative?
E i recenti provvedimenti della Regione Veneto per la sanità non fanno ben sperare.
La delibera n. 2621 del 18.12.2012, ad esempio, ha disposto tagli che vanno dai 232,40 ai 210 euro al giorno per l'hospice, dai 180,76 ai 153 euro per gli stati vegetativi permanenti e dai 103,29 ai 92 per i Sapa.
E ancora la delibera n. 2952 del 28.12.2012 che ha ridotto il contributo diretto per gli ospiti non autosufficienti da 14 euro a 10 euro al giorno.
Da troppo tempo è in atto, ormai, una vera e propria delega assistenziale attuata da parte dello Stato nei confronti delle famiglie, attraverso drastici tagli alle risorse destinate al welfare sanitario e sociale. Secondo un'analisi realizzata dal Censis, l'Italia è, infatti, tra gli ultimi paesi in Europa per risorse destinate alla disabilità. E questo nonostante la Convenzione di New York del 13 dicembre 2006 sui diritti delle persone con disabilità, imponga agli Stati aderenti un dovere di solidarietà nei confronti dei disabili, in linea con i principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona che nel settore specifico rendono doveroso valorizzare il disabile di per sé, come soggetto autonomo, a prescindere dal contesto familiare in cui è collocato, anche se ciò può comportare un aggravio economico per gli enti pubblici.
L'Anci rifletta che questa situazione che si sta creando porterà ad una maggiore situazione di povertà anche per i Comuni, poiché tutto quello che crea povertà nelle famiglie si ritorce poi inevitabilmente sulle spalle delle Amministrazioni.

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