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Volo 2549: allacciate le cinture di sicurezza, può succedere di tutto

Di Citizen Writers Domenica 7 Aprile 2013 alle 22:03 | 0 commenti

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Di Alessandro Gaspariper la rubrica autogestita Vita gay vicentina

È uscito anche a Vicenza, proprio il primo giorno di questa piovosa primavera, l'ultimo lavoro del regista spagnolo Pedro Almodóvar "Gli amanti passeggeri". Per gli aficionados del cineasta iberico si tratta di un piccolo evento: a due anni da "La pelle che abito", noir dai toni particolarmente foschi, si torna alle atmosfere colorate ed eccessive degli anni Ottanta, i ruggenti anni Ottanta spagnoli.

 A venticinque anni dal pluripremiato capolavoro "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" pellicola divertente, amara e dall'ingranaggio perfetto, Almodóvar ritorna alla commedia pura e ci presenta le avventure di un volo di linea della compagnia "Península" diretto verso Città del Messico, carico di personaggi a dir poco stravaganti. L'aereo diventa, per ammissione del regista, una metafora della Spagna attuale: uno dei carrelli si rompe, l'aereo gira a vuoto sopra la città di Toledo e la confusione regna sovrana tra i passeggeri e tra i membri dell'equipaggio.
Prima di iniziare lo strano viaggio, Penélope Cruz e Antonio Banderas, due addetti ai bagagli molto maldestri, accolgono gli spettatori con due piccoli ruoli simbolici. Il regista ha espressamente voluto i suoi attori feticcio all'inizio del film, per dare allo spettatore un senso di familiarità, prima di "salire" sul volo con il resto dei personaggi, interpretati dal meglio degli attori del cinema spagnolo: Lola Dueñas, Javier Cámara, Blanca Suárez, Miguel Angel Silvestre solo per citarne alcuni.
Dopo un'ora e mezza dal decollo, si capisce che qualcosa non funziona: il guasto al carrello impedisce l'atterraggio. I piloti e gli steward, tutti rigorosamente gay o bisessuali, e tutti dalla sessualità irrefrenabile, sembrano però essere preoccupati da ben altro. I passeggeri della business class si rendono conto che qualcosa non va e invadono la cabina di pilotaggio lamentandosi animatamente, minacciando di denunciare la compagnia. I passeggeri della classe economica invece, non hanno nemmeno il tempo di accorgersi del parapiglia perché vengono sedati da un'hostess transessuale. Con queste premesse si sviluppano situazioni grottesche condite da dialoghi piccanti e, a tratti, decisamente sfacciati. Il linguaggio è carico di riferimenti erotici e sembra proprio di esser stati catapultati in uno dei primi film del regista premio Oscar, uno qualsiasi degli anni Ottanta: sesso, droga e rock and roll... anzi pop music, con la hit targata 1982 "I'm so excited" delle Pointer Sisters. In un numero da musical-gay, che è uno dei momenti più gustosi del film, i tre steward si lanciano in una coreografia spassosa .
Pedro Almodóvar lascia da parte, per un attimo, i drammi che ci hanno fatto commuovere e si butta a capofitto in un mondo colorato, divertente e divertito, quasi a esorcizzare questo difficile momento che stiamo tutti vivendo. Nelle interviste rilasciate all'uscita del film in Spagna, ha sottolineato il clima spiritoso che ha caratterizzato tutta la realizzazione del film. Si è trattato per lui anche di una sfida tecnica: girare in un aereo appositamente ricreato e dirigere un grande numero di attori contemporaneamente. Solitamente si concentra su due, tre personaggi, mentre ne "Gli amanti passeggeri" si fa abile burattinaio di otto, dieci personaggi alla volta. In patria i critici cinematografici non sono stati particolarmente teneri con il nostro Pedro. Molti hanno stroncato il film, e il critico ufficiale del País, Carlos Boyero, lo ha bollato come uno dei peggiori film di sempre.
Inevitabilmente un personaggio come Almodóvar crea polveroni qualunque cosa faccia. È vero anche che ha una capacità unica nel materializzare mondi nei quali sembra vigere un'altra realtà e dove davvero tutto sembra possibile. Sa intrecciare situazioni e personaggi come pochi, sa giocare con la commedia e con il dramma in modo magistrale. In fondo gli possiamo concedere questo svago divertito, e siamo ben disposti a salire sul suo pazzo aereo. O no?


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