Violenza di genere, no a una sterile ricorrenza piena di retorica
Domenica 24 Novembre 2013 alle 13:55 | 0 commenti
Riceviamo da Irma Lovato e pubblichiamo - Facile, semplice, comodo e sbrigativo pensare che dietro al drammatico fenomeno della violenza alle donne ci sia, di volta in volta, un solo uomo. Questo pensiero molto superficiale e che mi appare alquanto diffuso, permette, alle persone che l'hanno fatto proprio, di avere la coscienza a posto; di sentirsi al di fuori da ogni possibile coinvolgimento sia fisico, di relazione ma anche emotivo.
In realtà molti sono i soggetti che concorrono all' instaurarsi e al perpetrarsi di quella che giustamente, viene definita come "violenza di genere". E una nuova legge e l' introduzione dell' adozione di un braccialetto non credo possano molto di fronte alla cecità di persone che scelgono di non vedere e di non sentire.
Permane il pregiudizio che se la donna "viene colpita o presa di mira o nel peggiore dei casi uccisa" qualcosa avrà fatto e dietro a questo pensiero si nasconde l' ignoranza nel voler contiuare a considerare la donna inferiore all' uomo. Pertanto, se è inferiore, a che prò difenderla e proteggerla? A che prò distruggere il proprio quieto vivere?
Sono profondamente convinta, perchè vissuto in prima persona, che molte sono le donne e gli uomini che nel ruolo che ricoprono o nel loro essere cittadini possono essere con la loro azione essere ben più incisivi e concreti di qualsiasi legge, seppur importante.
La donna chiamata a testimoniare e che per omertà non racconta la verità e poi ha la nefandezza di dirti che non l' ha fatto per paura. L' Assessore ai servizi sociali che ti fa gentilmente notare che il "suo" Sportello Donna si occupa per lo più di donne non residenti nel suo comune: e tu lo sei una di loro. L' uomo in divisa che ti fa presente che la querela non serve a nulla. L' amica che parla di te a destra e sinistra ma che non ti viene mai a trovare e il vuoto intorno a te lievita come una torta amara: perchè denunciare significa anche far vedere cose che tutti sanno ma che nessuno ha il coraggio di vedere con onestà e obiettività .
Eppoi c' è il P.M. a cui chiedi di mettere unite tutte le querele, perchè ognuna è arrivata in una scrivania diversa, in modo che ci sia una visione d' insieme dell' intera vicenda: ma lui dice no.
I parenti di lui, che sanno, ma che per difendere il nome della famiglia dipingono di rosa ciò che è nero.
Il Sindaco che impiega più di due anni per installare un divieto di sosta così da permetterti di avere accesso con l' auto al cortile di casa tua. E intanto il tempo passa e tu subisci. E intanto un' altro uomo in divisa a cui racconti le parolacce che lui ti dice ti suggerisce di porgere l' altra guancia.
E le querele vengono archiviate, non hai testimoni: questo è il tuo grande peccato donna.
Anche l' Avvocato non sa più cosa fare: ti dice che la vita non è dentro un Tribunale e anche tu lo sai purtroppo: il tuo persecutore non si è mai presentato, lui ti aspetta fuori.
C'è anche quel Partito politico che crede di fare grande cosa nel raccogliere, durante la sua manifestazione a Bassano, "monetine" contro il femmiicidio: e pensi "ma stiamo scherzando"!
Ti sei recata in Questura: che dire di quelle sedie riempite all' inverosimili di plichi-cartelle, di storie magari simili o forse peggiori della tua che attendono? Hai risentito le parole di Calamandrei quando diceva che le persone e le loro storie sono simili ad insetti schiacciati tra mille documenti.
Hai chiesto un' incontro con il Procuratore ma ti hanno detto che non si può. Peccato, desideravi far si che la tua esperienza, che i tuoi passi diventassero motivo di riflessione e magari punto di partenza per nuove strategie contro la violenza alle donne.
Non so se questa società che ama definirsi civile abbia veramente il desiderio e la volontà di farti sentire e di farti vivere come libera cittadina.
Se continui ad andare avanti è grazie alla volontà e al desiderio di pochi: di donne e uomini che sanno e comprendono la misura della tua sofferenza. E' grazie a loro che continui a sperare.
Questo articolo non è frutto di fantasia e l'ho scritto affinchè la Giornata Internazionale contro la violenza alle donne non sia una sterile ricorrenza piena di retorica e di parole vuote e scontate.
La violenza di genere ha bisogno di una presa di coscienza collettiva che diventi concreta azione civile.
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