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"Vicenza romana", nascosta a turisti e vicentini

Di Rassegna Stampa Domenica 6 Settembre 2015 alle 17:22 | 0 commenti

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Il mosaico in marmo, la domus, le terme, il foro. Sotto l’asfalto del centro storico di Vicenza, ma anche fuori dalle mura, resiste la città sotterranea. E la Vicenza Romana: documentata e visibile, ma solo teoricamente.  Nonostante la cartellonistica, i dépliant e il sito internet, chi vuole scoprire «Vicetia» deve armarsi di pazienza e accettare di non poter visitare tutti i siti esistenti e mappati, senza aver programmato il tour nel dettaglio.

Quindi, un turista appassionato di resti romani che arriva in città, in un giorno qualunque, è possibile che se ne debba andare avendo visto poco o nulla. Basti un esempio su tutti: gli scavi archeologici sotto la cattedrale in piazza Duomo sono quasi sempre chiusi al pubblico, tranne la domenica pomeriggio su prenotazione, perché per visitarli bisogna essere accompagnati da una guida. E così i 750 metri quadrati delle tracce di una domus di età augustea, della domus ecclesiae del III secolo, della basilica paleocristiana, nonché della cattedrale di epoca carolingia e poi romanica (restaurate con un intervento da un milione di euro), rimangono semi sconosciute. Ma non è l’unico caso, se ci si sposta dall’altra parte di piazza Duomo si incappa nel Criptoportico romano, una galleria a oltre 6 metri di profondità in questi giorni «inagibile».
Comunque, anche nei periodi in cui è agibile si può visitare solo il sabato e la seconda domenica del mese.
Dopo due mancate visite, però, arriva un pizzico di fortuna per il turista ormai scoraggiato. All’ufficio turistico di piazza Matteotti, l’addetto alle informazioni porgendo i dépliant avverte che Vicenza Romana non è così facile da vedere, ma consola il visitatore proponendo una mostra sul «fu» Teatro Berga (aperta fino al 27 settembre).
Si attraversa quindi la strada e si va nel sotterraneo di Palazzo Chiericati, dove disegni dell’800, immagini di oggi e supporti multimediali aiutano a ricostruire il sito edificato intorno la fine del primo secolo avanti Cristo tra contra’ Santi Apostoli e piazzetta Gualdi. Per riuscire effettivamente a vedere dei resti si deve ricorrere a dei negozi. Proprio così: ci sono tre casi in centro in cui privati proprietari di un locale hanno restaurato dei sotterranei, scoprendo una strada romana, forse un tratto della via Postumia, (alla gastronomia Il Ceppo), una navata di una galleria (nel magazzino del negozio di cosmetici Kiko) e le terme romane (alla pizzeria Al Paradiso).
Basta chiedere, e i gestori dei locali aprono volentieri le porte ai luoghi della storia. A disposizione degli appassionati c’è anche un piccolo tratto del foro, la piazza antica, in un interrato del municipio a Palazzo Trissino (chiedendo in portineria), mentre spostandosi in corso Fogazzaro sono visibili dalla strada i pilastri dell’acquedotto romano, coperti da un vetro.
«Si può vedere un quarto di quello che si potrebbe - fa notare Andrea Testa, presidente dell’'associazione archeologica Vicetia -. Ȓ semi sconosciuto, ad esempio, il circuito romano extraurbano, che comprende l’acquedotto in zona Lobia, la basilica dei Santi Felice e Fortunato, la chiesa di San Giorgio e quella di San Pietro. Manca una guida organica e diffusa».

di Elfrida Ragazzo dal Corriere del Veneto

Leggi tutti gli articoli su: Vicenza romana, Andrea Testa

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