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Vicenza Jazz: il 14 maggio Jan Garbarek e Trilok Gurtu insieme

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 11 Maggio 2015 alle 16:49 | 0 commenti

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Vicenza Jazz - Due grandi star del jazz, la musica etnica e fusion calcheranno assieme il palcoscenico del Teatro Comunale giovedì 14 maggio (alle ore 21) per una nuova serata del festival New Conversations – Vicenza Jazz: il sassofonista Jan Garbarek, nella migliore tradizione di incontri tra musicisti che è il fondamento del festival vicentino, ospiterà nel suo gruppo l’indiano Trilok Gurtu, virtuoso delle tabla, della batteria e di ogni sorta di pittoresca percussione.

A completare la band ci saranno storici partner di Garbarek come Rainer Brüninghaus (pianoforte, tastiere) e Yuri Daniel (basso).

Molta altra musica in programma la stessa sera: al Jazz Cafè Trivellato presso il Teatro Astra alle ore 23 latin jazz tra Cuba, Africa e universi psichedelici con il pianista Fabrizio Puglisi e i Guantanamo (Stefano Senni al contrabbasso, Gaetano Alfonsi alla batteria, Danilo Mineo e William Simone alle percussioni, Venus Rodriguez alla voce). Il Bar Borsa sempre alle 22 farà salire sul palco un trio all leaders con Roberto Ottaviano (sax), Carlo Morena (pianoforte) e Salvatore Maiore (contrabbasso).

Jazz non solo suonato ma anche parlato nel programma odierno di Vicenza Jazz. Alla Libreria Galla (ore 18) Luca Vitali presenterà il suo libro Il suono del Nord (Auditorium Edizioni): un’esplorazione della scena jazzistica norvegese, in preparazione al concerto serale con il suo più celebre rappresentante, Jan Garbarek.

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2015 è organizzato dal Comune di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Aim Vicenza e Trivellato Mercedes Benz, con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con il sostegno di alcuni sponsor privati.

Il successo riscosso in anni recenti dall’inserimento del percussionista indiano Trilok Gurtu in una band affermata a livello planetario come quella del norvegese Jan Garbarek non è frutto del caso. Per esempio, scavando negli archivi dell’ECM emerge una gemma come Song for Everyone, del 1984, dove Garbarek è in una compagnia assai esotica: oltre a Gurtu ci sono, in libera uscita dagli Shakti, Zakir Hussain e Shankar. Nel colorismo poliritmico dell’estroverso Gurtu, il suono estatico, simile alla voce umana, del sax di Garbarek trova un perfetto complemento e un adeguato contrasto: ne sortisce una fusione di elementi world di varia provenienza, dalle terse melodie scandinave alle piccanti progressioni ritmiche orientali.

La carriera di Garbarek prende il via nei primi anni Sessanta: il jazz era allora ancora un punto di riferimento preciso per il sassofonista nato nel 1947 a Mysen. Suona con George Russell e si fa quindi coinvolgere dal free jazz (Albert Ayler, Peter Brötzmann), per poi ripudiare l’avanguardia e reinventarsi come sassofonista post-bop. È questo il momento in cui inizia a brillare la sua stella: incomincia a registrare per la ECM, dando il via a un sodalizio che dura ancora oggi, suona con Chick Corea, Don Cherry e, soprattutto, entra a far parte del quartetto europeo di Keith Jarrett.

A partire dagli anni Ottanta la produzione musicale di Garbarek incorpora elementi world in maniera sempre più consistente. Il suono inconfondibile del suo sax emerge come una visione mistica in alcune produzioni crossover che rilanciano ulteriormente la sua fama. Vertice assoluto di questa nuova fase è Officium (1993), registrato con l’Hilliard Ensemble: un tale best seller da dare una nuova impronta alla successiva carriera di Garbarek, che da allora ha continuato a riproporsi con il gruppo vocale britannico, mentre anche le altre sue formazioni hanno imboccato la via di un raffinatissimo estetismo sonoro.

Al centro della musica dei Guantanamo c’è il ritmo. Il sestetto si ispira infatti al grande patrimonio della tradizione afro-cubana, con la sua esplosiva varietà di scansioni metriche. Il repertorio affianca temi originali a brani classici di Chucho Valdes, Bud Powell, Emiliano Salvador, Ernesto Lecuona e Lennie Tristano, rivisitati in chiave afro-latina con un tocco di acida psichedelia. Il latin jazz è qui un impasto di poliritmie africane, rumba e son cubano, servito con un sound che fonde tradizione e modernità.

Informazioni:

Teatro Comunale – Ufficio Festival

Viale Mazzini, 39 Vicenza

tel.: 0444 327393

e-mail: [email protected]

e-mail: [email protected]

web: www.vicenzajazz.org; www.tcvi.it

Bar Borsa: informazioni e prenotazione tavoli tel. 0444 544583  [email protected]


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