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Vicentina morta in Svizzera con l'eutanasia, Coveri dell'associazione Exit: "sui media tante falsità"

Di Edoardo Andrein Giovedi 27 Febbraio 2014 alle 11:56 | 0 commenti

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La vicenda umana di Oriella Cazzanello, anziana di 85 anni di Arzignano recatasi in una clinica Svizzera che pratica l’eutanasia senza comunicare nulla ai parenti, nei giorni scorsi è stata riportata da tutti i media nazionali, oltre che accennato sull’ultimo numero di VicenzaPiù, generando una accesa discussione. La signora era iscritta all’associazione “Exit-Italia” che promuove il diritto all'eutanasia e il cui Presidente, il Dr. Emilio Coveri ha voluto puntualizzare alcune questioni anche a seguito delle innumerevoli telefonate pervenutegli con richieste di chiarimenti.

“Le falsità scritte da numerosi quotidiani “baciapile” e al servizio del potere politico di un regime e del Vaticano, per intenderci un poco alla Don Camillo e Peppone, alla faccia della laicità dello Stato,  vengono da noi totalmente denunciate come atto di sovversione della verità – esordisce Coveri.

“Questa gente non sa che in Svizzera - spiega - per avere ed ottenere la Morte Volontaria Assistita, è necessario avere una patologia grave, irreversibile, clinicamente accertata  e senza più possibilità di guarigione.Pertanto, visto che gli svizzeri fanno le regole e le rispettano, a differenza di noi italiani che le regole le facciamo... ma poi facciamo sempre tutto aum aum... Lifecircle-Eternal Spirit di Biel (Basilea) ha richiesto alla signora la documentazione medica comprovante gli interventi avuti in passato e che non le permettevano più di condurre una vita dignitosa”.

Insomma tutto il contrario di quello che è stato scritto, anche sui giornali locali, sui presunti problemi di solitudine dell’anziana.

“La signora Cazzanello – prosegue il Presidente di Exit - ha fatto richiesta di attivazione della procedura di suicidio assistito ed ha ottenuto, previa visione delle sue cartelle cliniche, il cosiddetto semaforo verde ossia l'ok per essere ammessa alla procedura di morte volontaria assistita. Ha poi stabilito la data per l'atto finale con l'associazione svizzera ed è partita da sola non accompagnata da nessuno - in taxi - ed ha terminato i suoi giorni infami e pieni di dolore in maniera dignitosa”.

Il clima mediatico che si è creato in Italia sulla vicenda, invece, ha generato la convinzione, secondo Coveri, che:

“Vogliono far apparire che qualcuno ha ucciso la signora così, per caso, senza regole, senza alcun riscontro medico. Quando vi è stata la raccolta firme per eutanasia legale e testamento biologico, alcuni mezzi d’informazione non hanno dato nemmeno la notizia agli italiani che si poteva andare a firmare su tale proposta di iniziativa popolare.”

Il messaggio conclusivo, però, è un monito e una speranza derivante anche da ciò che ha insegnato la storia d’Italia:

“L’eutanasia è decidere per se stessi e coloro che sono contrari perderanno, come hanno già  perso le battaglie su divorzio e aborto!”


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