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Venezia, campagna contro lo spaccio. Bettin: situazione gravissima

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 29 Maggio 2013 alle 12:45 | 0 commenti

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Comune di Venezia  - Una campagna contro lo spaccio, che incomincia con una raffica di manifesti di poche parole, scritte come sul muro, ma molto esplicite: "Chi spaccia è un infame". Seguiranno altri manifesti e dèpliant dello stesso tenore e interventi di writers e messaggi e video virali in Rete.

 Da qui all'inizio del prossimo anno scolastico, in autunno, l'Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Venezia svilupperà un'offensiva incentrata sulla responsabilità mortale che si assume chi spaccia. "C'è una nuova leva di spacciatori, spesso molto giovani, che sta allargando il mercato soprattutto dell'eroina, coinvolgendo coetanei che difficilmente si farebbero avvicinare da notori tossicodipendenti o da spacciatori malavitosi ma che da coetanei simili a loro accettano il contatto e, spesso, la prova dell'iniziazione alle droghe, in particolare all'eroina (offerta a basso prezzo o addirittura regalata e di cui si invita all'uso per inalazione piuttosto che per iniezione, così da aggirare la diffidenza o il timore per la siringa, che però fatalmente si riproporrà nel tempo)" dichiara l'assessore comunale alle politiche giovanili Gianfranco Bettin."I nuovi spacciatori, tra i quali vanno inseriti anche imprenditori, commercianti, professionisti, che affiancano questa losca attività - in questo caso anche rivolta al mercato della cocaina - a quelle legali (per superare difficoltà o semplicemente per avere un redditizio business nero parallelo), sono oggi fra i portatori di pericoli fra i più gravi corsi dalle nostre comunità, ma di ciò non vi è ancora piena consapevolezza. Serve quindi alzare i toni della denuncia, anche rivolgendosi in queste forme dirompenti all'opinione pubblica, alla città. Naturalmente, servirà anche di più rilanciare un coordinamento tra tutte le istituzioni per imprimere una svolta nella lotta alle dipendenze, potenziando il lavoro di prevenzione tornato decisivo oggi ma drammaticamente a corto di risorse e in ritardo sulla nuova, preoccupante situazione. Per questo anche il coinvolgimento della comunità, della società civile organizzata è molto importante".

Leggi tutti gli articoli su: Gianfranco Bettin, Chi spaccia è un infame

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