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Venezia, a lezione di legalità: itinerari educativi per prevenire il cyberbullismo

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 27 Marzo 2013 alle 17:29 | 0 commenti

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Comune di Venezia - Oltre il 60% degli adolescenti trascorre tra le dieci e le undici ore davanti alla televisione e/o su internet. I social network e gli smartphone sono un fenomeno di massa, tanto che otto tredicenni su dieci, in Italia, hanno un profilo Facebook. Sono solo alcuni dei dati rilevati dall'indagine "Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani", condotta nell'anno scolastico 2011/2012 dalla Società italiana di Pediatria. 

Dati che ispecchiano anche la situazione degli adolescenti veneziani, come registrato questa mattina durante la conferenza stampa che si è tenuta al Municipio di Mestre. "A lezione di legalità" è il nome del progetto, realizzato dagli Itinerari educativi del Comune di Venezia per far fronte a questo nuovo fenomeno, e che ha già coinvolto 17 classi di 6 plessi scolastici (Trentin, Spallanzani, Cervi, Manuzio, Bellini, Calamandrei), per un totale di 400 studenti.
L'assessore comunale alle Politiche educative, Andrea Ferrazzi, il commissario capo della Polizia postale, Michela Sambuchi, l'ispettore capo, Massimo Marangon, l'avvocato Tommaso Bortoluzzi, i dirigenti scolastici degli istituti "Trentin", Luca Antonelli, "Calamandrei", Daniela Lazzaro, "Manuzio", Roberta Gasparini hanno infatti fornito una fotografia della realtà veneziana, nella quale hanno registrato un aumento dei casi di bullismo, associato all'utilizzo di internet: "Ci troviamo davanti al sovrapporsi di due fenomeni - ha osservato l'assessore Ferrazzi - che si può definire 'cyberbullismo', ovvero l'utilizzo della rete e degli smartphone per filmare e mostrare atti di bullismo o per compierli dietro anonimato. Sono atti gravissimi che, come Assessorato, vogliamo prevenire grazie a questo importante percorso degli Itinerari educativi nelle scuole medie".
Per informare i ragazzi e renderli consapevoli della gravità dei fatti di bullismo, vengono condotti nelle scuole incontri con un avvocato penalista e con la Polizia postale, sui temi, ad esempio, dell'importanza del rispetto delle regole, della trasgressione come condizione fisiologica dell'adolescenza, dei pericoli legati alla navigazione in internet, del ruolo di insegnanti e genitori. Preoccupazione è stata espressa dai dirigenti scolastici, che hanno denunciato la scarsa collaborazione da parte dei genitori, spesso pronti a "coprire" i propri figli, e la difficoltà, da parte della scuola, di intervenire con sanzioni disciplinari. "I ragazzi devono capire che dietro a certi atti ci sono dei reati - ha spiegato l'avvocato Bortoluzzi - e che a 14 anni sono perseguibili. Senza contare che questi comportamenti hanno conseguenze che rimangono nel tempo, sia dal punto di vista psicologico, per chi li fa e per chi li subisce, sia perché 'rimangono' nella rete".
L'assessore Ferrazzi ha concluso precisando che c'è bisogno di grande consapevolezza da parte del mondo degli adulti, perché il fenomeno del bullismo, anche se avviene su una piazza virtuale, ha conseguenze sulla vita reale ed è quindi necessario, da parte dei genitori e degli educatori, conoscere la rete, capirne gli impieghi e accompagnare i ragazzi nell'uso consapevole.

Leggi tutti gli articoli su: social network, Comune di Venezia

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