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Veneto da gustare: da Villaga all’eremo di San Donato, splendida escursione tra natura e segni del passato

Di Silvia Gambato Sabato 25 Febbraio 2017 alle 11:09 | 0 commenti

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Prati aridi, resti di trinceramenti, boschetti e rientranze nella roccia: notevoli sono i punti d'interesse che si trovano lungo questo percorso e forse in una sola occasione non si riesce ad ammirarli tutti.
Senz'altro la natura non stanca mai e quando con la sua bellezza fa da sfondo ad un piacevole anello (8,2 km) che nell'arco di 3/4 ore svela le vestigia di un antico eremo nella roccia, ci offre anche un'esperienza ricca di emozioni (in copertina la Chiesa di S. Donato).  La camminata ha inizio dalla piazzetta di Chiesa San Michele Arcangelo, tra il campanile e la fontana della bella cittadina di Villaga, situata nel versante sud est dei Monti Berici. Si passa davanti alla villa commenda San Silvestro, che si narra fosse stata sede dei Templari nel 1270, e attraversatone il parco si sale fino alla cosiddetta Strada delle Mandolare (appunto costellata di mandorli); seguendo i segnavia rosso-bianchi del sentiero 72, ci si trova poi immersi tra gli ulivi.

Un sentiero tra Vilaga e S. DonatoSuperata Ca' Giacomuzzo, dopo una svolta a gomito, l'eremo è in breve raggiunto: si apre alla vista una parete rocciosa in cui sono evidenti alcune ampie cavità naturali a ridosso delle quali sorgeva un eremo, l'eremo di S. Donato, ricovero solitario la cui esistenza era segnalata già nel 1243.
La vicina sorgente rendeva il luogo un ospitale rifugio prima di frati e poi, dal 1283, di monache benedettine, salvo poi, a seguito delle confische napoleoniche, divenire mero ricovero rurale. Il romitorio venne poi distrutto definitivamente dai soldati tedeschi durante il secondo conflitto.
Miglior sorte toccò alla Chiesa di San Donato, in bella posizione panoramica, che durante la prima guerra mondiale fu requisita dai militari e utilizzata come cucina ma che nel 1935 venne fortunatamente restaurata per iniziativa di una famiglia locale, succeduta alle monache nella proprietà del sito. In tempi più recenti, il gruppo Alpini locale si è occupato di risistemare definitivamente la chiesetta, che ora è di proprietà di Pozzolo (frazione di Villaga).
Proseguendo sempre in senso orario lungo il sentiero, all'incrocio si tiene la sinistra, portandosi quindi in leggera discesa verso via Fagnin; all'incrocio successivo si gira ancora a sinistra e mantenendosi sul sentiero si sale nel bosco fino ad un capitello. Proseguendo poi a destra, si passa davanti ad una villetta e scendendo si arriva ad un altro incrocio di stradine: si continua a camminare su quella principale fino a tornare a salire nel bosco, pervenendo così ad una selletta del Monte Tondo.
Il ritorno permette di soffermarsi su altre vicende del passato, collegate al destino dell'eremo: i soldati che invasero il sito scavarono qui delle trincee nella roccia tuttora visibili, due fortini e gallerie comunicanti tra loro. In qualche punto si possono ancora notare le postazioni per le mitragliatrici, anch'esse incavate nella roccia. Volendo salire sul punto più alto dell'escursione (416 mt), proprio in cima al Monte Tondo, si potrà godere di un panorama a 180°, fino a scorgere facilmente i Colli Euganei.
Covoli di San DonatoLa strada si fa ora un po' più ripida e richiede la massima attenzione per via di alcuni salti di roccia e per la vegetazione che in alcuni tratti è talmente fitta da doversi creare un varco, mentre in altri sembra scomparire quasi del tutto, accorciata in prati aridi. La presenza di questi ultimi, spesso sottovalutata, è molto importante per il mantenimento di alcuni habitat presenti nel territorio dei Colli Berici; le formazioni erbose semi-naturali e le attività di sfalcio e pascolamento, purtroppo in drastica diminuzione, contribuiscono al mantenimento della biodiversità, sia vegetale sia animale, del territorio.
Anche per questo motivo attività quali parapendio e motocross vanno sempre regolamentate essendo molto impattanti sull'ambiente naturale poiché si svolgono spesso proprio su prati non produttivi ritenuti a torto "inutili" che invece partecipano all'equilibrio naturale complessivo.
Questi concetti sono ben spiegati in testi liberamente visionabili dal sito del progetto LIFE + Colli Berici Natura 2000 (curato dalla provincia di Vicenza con il contributo dell'Unione Europea), che si prefigge appunto il ripristino e la conservazione (oltre che il miglioramento) degli habitat presenti nel SIC (Sito di Interesse Comunitario) dei Colli Berici.
Giungendo in via Noseo, avamposto dell'omonima contrada, il percorso continua più dolce, regalando gli ultimi passi tra robinie e profumati sambuchi.

Per informazioni scientifiche visitare il sito LIFE Colli Berici Natura 2000: http://www.lifecolliberici.eu/it
Per indicazioni sui numerosi esercizi enogastronomici della zona: www.stradavinicolliberici.it


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