Valentina Dovigo al comitato Pomari: la vostra posizione è del tutto condivisibile
Venerdi 30 Maggio 2014 alle 22:39 | 0 commenti
Riceviamo da Valentina Dovigo, Consigliere comunale lista civica e Sinistra Ecologia Libertà , la lettera che ha «inviato al comitato Pomari in risposta alla loro sollecitazione di maggio» (la lettera è del 22, i contenuti sono quelli al link preceente, ndr) e volentieri la pubblichiamo.
La vostra posizione è del tutto condivisibile, troppe costruzioni e troppi ipermercati nuocciono fortemente alla vita dei quartieri. Ed ancor peggio è il fatto che a Vicenza esistono tanti "casi Pomari", presenti o futuri, sparsi per il territorio cittadino.
Esistono ed esisteranno, cioè, opere urbanistiche di elevato impatto ambientale, che andranno per lo più ad infoltire la lunga lista dei fabbricati sfitti, senza riuscire ad andare incontro, e qui sta la beffa oltre al danno, alle esigenze di chi cerca alloggio perché non ce l'ha.
Se è vero che molte opere edilizie sono ferme a causa della crisi, è anche vero che guardando il nostro Piano Interventi, moltissime sono ancora le potenzialità edificatorie previste, quindi possibili.
Nel vostro specifico caso, la legge urbanistica regionale è chiara, "decorso il termine stabilito per l'esecuzione del Piano, lo stesso diventa inefficace per le parti non attuate" (art. 20 comma 10 LR 11/04). Se è vero che esistono dei margini con la possibilità di presentare un nuovo piano entro 60 giorni dalla scadenza, per la parte rimasta inattuata, non è detto che la sua approvazione sia automatica. Anzi sarebbe auspicabile, che il comune eserciti appieno il suo potere in materia di pianificazione del territorio, riducendo volumi, ampliando le aree pubbliche, rivedendo la mobilità interna all'area, motivando le sue decisioni con tutto ciò che è cambiato in questi anni in termini di variazioni demografiche, crescita urbana, problemi ambientali, impermeabilizzazione dei suoli, ecc.. Nell'assumere decisioni in materia di gestione del territorio, l'amministrazione comunale è e rimane sovrana nei confronti di una società che cambia.
Che fare allora?
Da un lato, come fate voi, continuare a manifestare, a rendere nota la situazione del vostro quartiere, a chiedere conto delle scelte fatte, a chiedere di sfruttare ogni possibile disposizione tecnica o legislativa per correggere il tiro di una pianificazione ridondante ed errata, dall'altro non perdere di vista l'intero contesto territoriale vicentino, pretendere un'inversione generale di tendenza ed uno stop decisivo a nuove abitazioni e nuovi supermercati, che non servono più a nessuno se non alle speculazioni.
La mia visione di città , dichiarata durante la campagna elettorale dello scorso anno, ed esplicitata con la presentazione in febbraio di tre mozioni di urbanistica, punta ad una revisione delle previsioni di edificazione esistenti nel Pat, ad uno stop di nuove costruzioni nelle aree a rischio idraulico ed ad una revisione dei Bid. L'alternativa per la quale ho proposto di optare è innanzitutto la riconversione energetica dell'edilizia esistente e la rigenerazione/trasformazione in positivo degli spazi ambientali e pubblici degli attuali quartieri; e per quanto riguarda gli esercizi commerciali di bloccare i grandi megastores e ridare forza alle piccole e medie attività rimaste a presidiare ed animare il nostro tessuto urbano e sociale.
Un caro saluto
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.