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Vale un miliardo il mercato abusivo dell'intrattenimento

Di Angela Mignano Domenica 21 Luglio 2013 alle 23:22 | 0 commenti

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Far ballare senza avere le autorizzazioni previste per legge significa non solo mettere a rischio la sicurezza di chi partecipa agli eventi ma anche sottrarre circa un miliardo di euro al circuito economico legale, che incassa altrettanto dalle strutture che consentono lo stesso tipo di offerta, ma in regola.

Non è poco visto che tutto l'intrattenimento, compreso cioè anche quello non danzante, genera un valore pari a 7,5 miliardi di euro.
È quanto risulta da un'analisi del centro studi Fipe-Confcommercio realizzata per il Silb, l'associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo aderente alla stessa federazione pubblici esercizi.
Il fenomeno delle discoteche mascherate da circoli ricreativi, sportivi o culturali è conosciuto a molti cittadini come esperienza vissuta, ma è scarsamente valutato a livello numerico. Eppure dalla ricerca risulta che nel 43,6% dei casi la tessera associativa fatta firmare al momento dell'ingresso in realtà è utilizzata prevalentemente per vedere amici e bere qualcosa. Non meno rilevante è il dato che riguarda l'ascolto della musica e il ballo, finalità vera per cui si sottoscrive la tessera associativa nel 13,5% dei casi. D'altra parte, i luoghi non convenzionali, fra associazioni sociali e culturali, sono circa 20.000 e a questi ne vanno aggiunti altri 14.000 con tipologie di circoli sportivi fra palestre, spa, centri, piscine e quant'altro. Si tratta di potenziali luoghi di offerta di intrattenimento accompagnata da somministrazione di alimenti e bevande.
Spesso è difficile intervenire anche se le iniziative contro l'abusivismo sono aumentate in maniera notevole, dice la Fipe, passando dalle 10 del 2010 alle 97 dell'anno successivo per arrivare alle 147 del 2012 e alle 56 di questa prima parte del 2013. La provincia più responsabile nel denunciare questa forma di illegalità è stata sicuramente quella di Parma con 31 segnalazioni effettuate dal Silb, seguita di misura da Lecce e Brescia con 20 denunce.
«L'abusivismo - dichiara Maurizio Pasca, presidente Silb-Fipe - è la più sgradevole e pericolosa concorrenza sleale in grado di stravolgere e condizionare la competitività sana fra imprese. Come associazione di categoria stiamo svolgendo un ruolo di sentinelle sul territorio per combattere l'illegalità, ma non possiamo fare tutto da soli. Le nostre segnalazioni devono essere sostenute e portate avanti dalle forze dell'ordine, dalle pubbliche amministrazioni e anche dai cittadini che dovrebbero rifiutare di firmare tessere associative per ballare, bere e mangiare».

Leggi tutti gli articoli su: Confcommercio, Fipe, intrattenimento

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