Valdagno, chiude Finisterre con un doppio spettacolo al campo sportivo di Ponte dei Nori
Mercoledi 8 Giugno 2016 alle 09:44 | 0 commenti
Comune di Valdagno
Con l'estate ormai alle porte, volge al termine anche la stagione teatrale valdagnese. Finisterre chiuderà in bellezza questo sabato, 11 giugno, con un doppio spettacolo in replica alle 18.00 e alle 20.30 presso il campo sportivo di Ponte dei Nori (Via Borga). In scena ci sarà il collettivo Jennifer rosa con i 23 performers selezionati nei mesi scorsi tramite una call pubblica e lo spettacolo site specific “Il verdetto del Dodoâ€, costruito ad arte per interpretare attraverso la danza, il corpo e il movimento un luogo della città . La formula era stata inaugurata con successo nella passata edizione della rassegna ed il buon esito della proposta ha fatto si che nel 2016 si potesse fare il bis. In caso di maltempo l'evento si terrà presso il polisportivo ex-galoppatoio di Via Carducci.
Sono stati oltre 30 gli artisti coinvolti nella call e tra i quali sono stati selezionati i 23 finalisti, che da gennaio sono al lavoro per creare lo spettacolo che verrà proposto sabato. Otto intense giornate di workshop hanno visto i performers in azione per dare forma alla performance che sarà presentata nell'insolita cornice del campo di calcio del quartiere di Ponte dei Nori a Valdagno. Se la media delle età varia tra i 20 e i 55 anni, non mancherà nemmeno la partecipazione speciale delle tre giovanissime e la partecipazione speciale di Alice Caravello, Viola Manea e Anita Zordan. Lo spettacolo porta la firma di Chiara Bortoli e Francesca Raineri, con la collaborazione di Francesca Contrino e Vasco Manea, e porterà in scena Anna Altobello, Marianna Andrigo, Francesco Baraldo, Paolo Bonato, Marco Casotto, Samuela Faccin, Greta Frizzo, Enrico Gaspari, Michela Gelendi, Nadine Grelet, Francesca Lega, Michela Lorenzano, Matteo Maffesanti, Vasco Manea, Martina Marangon, Carla Marchiori, Moira Parise, Lucia Parisi, Maria Recher, Alessandro Sanmartin, Marta Tabacco, Emanuela Tassini, Samuele Trentini. Il titolo scelto per questo lavoro è tratto dal terzo capitolo del romanzo Alice nel Paese della Meraviglie di Lewis Carrol, nel quale alcuni personaggi, tra cui il Dodo e la stessa Alice, si ritrovano tutti bagnati. Si riuniscono a perciò in consiglio per cercare un modo di asciugarsi e alla fine è il Dodo a trovare la soluzione: tutti devono mettersi a correre lungo un percorso (“non importa la forma esattaâ€), iniziando in momenti diversi e fermandosi quando lo desiderano. In questo modo non è facile stabilire quando la corsa ha termine. E ancor più difficile risulta capire chi ha vinto la corsa, chi è “arrivato primoâ€. Una volta che tutti, alla fine della corsa, sono di nuovo asciutti, si riuniscono intorno al Dodo per chiedergli chi, secondo lui, ha vinto la gara. Il Dodo ci pensa e alla fine emette il suo verdetto: “Tutti hanno vinto, e tutti devono avere un premioâ€.
La leggerezza, l'apertura al possibile e il carattere paradossale e strampalato di questa storia sottendono lo spirito di tutta la performance, meglio, di questa "partita di danza". Si colgono alcuni elementi dei giochi di squadra - il calcio e il rugby in particolare - ma sono isolati dall'abituale contesto del match, permettendo la reinvenzione di un'azione artistica in una diversa metafora della vita: sussistono le due squadre con i loro capitani, i rituali d'inizio e di conclusione, il ruolo dell’arbitro, la tensione e l'attesa, la messa in gioco di una fisicità intensa e tenace, il senso di rischio e di esposizione e, soprattutto, le regole ferree che sottendono le azioni dei performers e che realizzano una coreografia ogni volta diversa, come lo è ogni partita. Ma ci sono anche degli elementi, fondamentali per la sfida sportiva, che qui risultano mancanti, come l'"oggetto" che dà senso al "gran daffare" dei giocatori - la palla o chi per essa nel cercare di portarlo alla meta, alla vittoria. Ciò che qui volutamente manca è la competizione vera, quella con i rivali da battere, quella con i vincitori e i vinti, quella che si conclude sul podio. Prende quindi forma un'assimilazione della pratica performativa con la pratica sportiva, ma con le dovute differenze.
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