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Usb accusa: i Cud ai pensionati non vengono spediti

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 21 Marzo 2013 alle 15:49 | 0 commenti

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Usb Inps/P.I. Vicenza  -  I pensionati INPS e INPDAP quest’anno non riceveranno a casa per posta il CUD 2013, come avveniva di consueto.  Dovranno farsi rilasciare il PIN e scaricarselo dal sito dell’INPS, oppure chiederne una copia nelle filiali di Poste Italiane pagandola 3,30 euro. L’altra opzione? Riversarsi in massa agli sportelli dell’INPS.

La Legge di stabilità 2013 (la famigerata spending review) ha previsto che, a partire da quest’anno, gli enti previdenziali non stampino e non spediscano più la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati, ma la rendano disponibile in modalità telematica.

L’INPS, con la circolare N. 32 del 26 febbraio 2013, ha dato applicazione alla norma, rendendo noto ai cittadini che potranno visualizzare e stampare il proprio CUD direttamente dal sito dell’ente utilizzando il codice identificativo PIN, che potrà essere chiesto online, tramite contact center o presso le agenzie territoriali dell’istituto. In alternativa potranno recarsi di persona presso gli uffici INPS per chiedere il rilascio di una copia del documento.
E’ facile prevedere le conseguenze di questa ”innovazione”: milioni di pensionati, ammesso e non concesso che  sappiano usare internet, saranno in grave difficoltà con il meccanismo previsto dal sito (non propriamente intuitivo e di difficile comprensione per i non esperti); proveranno allora a chiamare il call center e forse riusciranno a prendere la linea dopo estenuanti attese, ma le informazioni che otterranno (spesso sintetizzabili in un laconico: provate a chiamare direttamente la sede INPS) non saranno utili. Allora andranno in posta ma si rifiuteranno di pagare l’ingiusta gabella di 3 euro e 30. Alla fine tutto lascia prevedere che una buona parte dei pensionati affluirà agli sportelli dell’INPS per ottenere la stampa gratuita, a meno che non decidano di rivolgersi ai patronati e CAF (dove tra l’altro non è ancora dato sapere se il servizio sarà gratuito o a pagamento).

Può essere che gli Enti previdenziali riescano a risparmiare qualcosa in spese postali, ma quali saranno i costi complessivi a consuntivo di questa operazione? Chi ci guadagnerà? Non certo i pensionati e non certo le strutture INPS (costrette a potenziare gli sportelli e a gestire una ulteriore ondata di afflussi di cui non sentivano certo il bisogno, data anche la cronica e crescente carenza di personale). Probabilmente qualche soggetto privato, che potrà lucrare sulla presunta inefficienza della previdenza pubblica, fornendo a pagamento un servizio che fino a poco fa era completamente gratuito e da tutti (legittimamente) percepito come cosa dovuta. Il timore è che, se tale percorso di riduzione del ruolo dell’INPS e dello Stato sociale in generale, non verrà fermato, le “cose dovute” saranno sempre meno. Ma “loro” la chiamano modernizzazione.

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