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Un voto per l'Italia

Di Citizen Writers Domenica 7 Aprile 2013 alle 15:14 | 3 commenti

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Di M.R (17 anni) per la rubrica autogestita "StranIeri, italiani oggi"

Poche settimane fa ci sono state le elezioni e l'Italia è stata chiamata a votare. Ma chi effettivamente l'ha fatto? Oltre a quelli che non lo fanno per scelta vengono esclusi dall'esercizio di questo diritto gli imprenditori falliti, coloro che a causa di una malattia non possiedono la capacità d'agire, i condannati per reati gravi. E gli immigrati (nella foto un gruppo di immigrati a una riunione politica).

È proprio di questi ultimi che desidero parlare. Mi riferisco a quegli immigrati che sono residenti regolarmente in Italia da almeno un decennio, sono attivi nel territorio, contribuiscono al sistema produttivo del paese, pagano le tasse e i contributi, i loro figli frequentano le scuole esattamente come ogni cittadino italiano.
Essi sono, chiaramente, parte integrante della società italiana nella quale si sono perfettamente inseriti e vanno trattati con equità.
Eppure non godono di quell'unico diritto che permetterebbe loro di fare veramente la differenza, di poter scegliere anch'essi le proprie rappresentanze.
Condizione necessaria per poter votare è il possesso della cittadinanza italiana.
Tuttavia la lentezza della burocrazia italiana concede la cittadinanza dopo un minimo di 3 anni dalla data della richiesta. Inoltre, per poter effettuare effettivamente la domanda è necessario avere almeno 10 anni di residenza documentata. Quindi un immigrato regolare residente in Italia da 10 anni, durante i quali ha sempre lavorato (altro requisito necessario), dopo aver effettuato la richiesta è costretto ad aspettare, per un lasso di tempo indeterminato, che le pratiche burocratiche si districhino.
Occorrono ben 3 lustri e innumerevoli tasse aggiuntive da pagare, per ottenere la cittadinanza.
Ma non è tutto, perché se questo ipotetico immigrato avesse dei figli che si avvicinano alla maggiore età, essi potrebbero ottenere la cittadinanza automaticamente, solo nel caso in cui il padre l'abbia precedentemente ottenuta. In caso contrario sarà necessario ripetere tutte le procedure anche per i figli.
Mettiamo il caso che questi figli siano giunti in Italia all'età di 3 anni, essi avrebbero frequentato l'intero ciclo di studi italiano ma nonostante ciò, raggiunta l'età maggiore, essi non avrebbero avuto, comunque, diritto all'acquisizione della cittadinanza automatica.
Un passo verso il miglioramento della loro situazione è stato effettuato a cavallo tra il 2011 e il 2012 con l'iniziativa "L'Italia sono anch'io", che ha visto la collaborazione di numerose associazioni, compresa la Cgil e l'Unione Immigrati di Vicenza.
L'iniziativa proponeva di concedere la cittadinanza ai figli immigrati alla nascita in Italia e l'acquisizione immediata della cittadinanza ai ragazzi stranieri che al conseguimento della maggiore età avessero frequentato regolarmente in Italia l'intero ciclo di studi oltre ad alcuni cambiamenti nei requisiti minimi.
Proposte come queste dovrebbero essere contenute all'interno dei programmi elettorali dei partiti, al posto di proposte utopiche e assolutamente irrealizzabili.
In conclusione, a causa dell'esasperante lentezza burocratica, dei costi e degli alti standard dei requisiti, sempre meno immigrati ottengono la cittadinanza.
Di conseguenza, a livello elettorale non viene presa in considerazione una grossa fetta della popolazione italiana.
Queste persone, trascurate e screditate dalla politica, desiderano con convinzione il poter partecipare in modo attivo alla vita cittadina.
Esse desiderano essere prese in considerazione e poter collaborare, fianco a fianco, con gli italiani.
E forse se avessero avuto il diritto di votare l'esito finale delle ultime elezioni sarebbe stato più stabile e definito e l'Italia non si troverebbe in una situazione cosi critica...


Commenti

enzo -vi
Inviato Domenica 7 Aprile 2013 alle 20:14

Vediamo il calcolo, 10 anni di residenza, più 3 dalla domanda, fa esattamente 13 e non 3 lustri "italiani",che corrispondono a 15 anni. Mi piacciono,poi,le due righe finali, dove si capisce chiaramente che non è una "questione di diritti" negati,ma bensì di "opportunità politiche" per persone che la pensano come voi. Senza offesa, la chiamerei "obiettività pelosa". ----enzo corani
Giuseppe
Inviato Lunedi 8 Aprile 2013 alle 09:10

ci sono persone che faticano a partecipare al test sulla conoscenza dell'italiano dopo 11 anni o più di residenza in Italia... La fate troppo semplice.
Inviato Sabato 18 Maggio 2013 alle 15:05

Ma, caro enzo-vi, sa leggere, visto che c'è chi rimprovera la cattiva conoscenza dell'italiano agli stranieri?
Quando scrive " ...persone che la pensano come voi. Senza offesa, la chiamerei obiettività pelosa"., riesce a intuire che, se per "voi" intende VicenzaPiù, l'articolo, come è scritto, è "di M.R (17 anni) per la rubrica autogestita "StranIeri, italiani oggi"?
Le dirò ch4e sono d'accordo con quello che è scritto nell'articolo, ma questo è un dettaglio perché riportaimo le opinioni di tutti, per obiettività, sì, ma senza i peli che le coprono gli occi...
Vada, sorrida e ci ,mandi, firmata, la sua opinio0ne. Gliela pubblichiamo come facci9amo con tutti, che noi siamo o no d'accordo.
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