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Un pregiudicato appare in televisione... è Berlusconi

Di Citizen Writers Giovedi 19 Settembre 2013 alle 15:17 | 0 commenti

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Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - Non smetterò mai di stupirmi e di indignarmi vedendo quello che accade nel nostro paese. Un degrado politico, etico e morale che sembra senza fine. Ieri, un pregiudicato condannato per frode fiscale dopo tre gradi di giudizio è apparso in televisione per lanciare un proclama.

Il suo nome è Silvio Berlusconi, senatore della Repubblica, ex presidente del consiglio dei ministri, proprietario di un partito politico, sotto processo per prostituzione minorile,  concussione aggravata, corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Un personaggio che ha governato il paese con leggi ad personam per moltissimi anni. È bene sempre ricordare che dal 2001 al 2011 è stato presidente del consiglio per 8 anni e dal 2008 il partito del quale è proprietario fa parte della maggioranza di governo (prima Monti e oggi Letta-Alfano).

Nel video, trasmesso da quasi tutti i canali televisivi (integralmente o meno), Berlusconi si dichiara innocente (del resto qual è il delinquente che non si autoproclama tale?), si dice perseguitato dalla magistratura (che, a suo dire, sarebbe “di sinistra”), ricambia il nome al partito del quale è proprietario e lo richiama “Forza Italia”, fa promesse mirabolanti, incita il “suo popolo” alla rivolta.

È un video penoso nel quale si vede un anziano “signore” che tenta di difendersi con la menzogna e contro ogni evidenza. Una situazione malinconica se non fosse drammatica per il paese. Silvio Berlusconi sa che, senza quel “paracadute politico” che ha avuto in tutti questi anni, sarebbe stato condannato prima e molte più volte. Del resto vent'anni fa è “sceso in politica” soprattutto per salvare se stesso e le sue aziende, visto che il suo “protettore” politico (tale Bettino Craxi) era stato condannato in maniera definitiva (guarda caso per corruzione e finanziamento illecito) ed era fuggito in Tunisia. Berlusconi, oggi, vuole continuare a usare lo stato per fini personali.

A questo si prestano in molti. Da giornalisti suoi dipendenti a politicanti più o meno prezzolati, a quegli “avversari” ai quali fa comodo mantenere in sella il pregiudicato di Arcore per motivi di “opportunità” e convenienza. E, così, tra un ricatto e l'altro, con una buona dose di minacce, un pregiudicato può “parlare al paese” senza che nessuno glielo impedisca. Non lo fa il presidente della Repubblica, troppo interessato a far sopravvivere “il suo governo” per censurare il proprietario di una forza politica (l'attuale PdL che diventerà Forza Italia) determinante per lo stesso. Lo fa, ma con estrema prudenza, il PD che, con il partito di Berlusconi, è alleato di governo.

L'anomalia del nostro paese non è quella di avere una Magistratura che applica le leggi (e fa il suo dovere), ma nell'intreccio di interessi più o meno oscuri che bloccano qualsiasi crescita democratica, economica, morale, politica. La questione morale è la vera emergenza del nostro paese. In essa ci hanno gettato da almeno trent'anni politicanti corrotti e imprenditori senza scrupoli. In essa ci stanno costringendo quegli pseudo governanti che vogliono stravolgere la Costituzione per adeguarla ai loro interessi di bottega.

Berlusconi invita il “suo popolo” alla rivolta e a scendere in campo per difenderlo. Un appello per molti aspetti eversivo. Ebbene, bisogna scendere in campo. Lo devono fare le persone oneste perché personaggi come Berlusconi e chi lo ha sempre sostenuto e difeso siano banditi dalla Politica. Quella Politicafatta da persone  oneste che ripudiano qualsiasi tornaconto personale. L'unica che può salvare il nostro paese.

Leggi tutti gli articoli su: Giorgio Langella, Silvio Berlusconi

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