Quotidiano | Categorie: Fatti

Un invito ai vicentini per una visita ai castelli del Trentino - Alto Adige / Südtirol con il Codice Brandis

Di Italo Francesco Baldo Giovedi 29 Marzo 2018 alle 19:14 | 1 commenti

Un vicentino che voglia conoscere e vivere i castelli ha la grande opportunità di avere nella vicina Regione del Trentino - Alto Adige / Südtirol la possibilità di goderli. Infatti questo territorio è terra di castelli e antichi manieri: se ne contano oltre ottocento nella regione, la maggior parte dei quali si trova nel Meranese. Il loro fascino è notevole anche quando non rimane che di loro qualche lacerto, ma molti sono stati sempre abitati e ben curati dai loro proprietari. Molti sono visitabili e tra le loro mura, le loro torri ben s'immagina una vita di cavalieri e dame, ma anche d'uomini d'arme, di dotti sacerdoti, frati e monaci.

Accanto a questo, è importantissima la vita che quotidianamente conducevano tutti gli abitanti, proprietari cui competeva talvolta anche l'ufficio di difendere e amministrare la giustizia nei territori loro soggetti, ma anche curare quanto era stato loro affidato dal sovrano, come la cura dei campi, dei vigneti, dei boschi e dei prati. Ancora poi dovevano provvedere al bestiame e ad ogni necessità propria e dei loro assoggettati sia che fossero famigli, servi o lavoratori di cui servirsi. Non mancavano nemmeno affrescatori girovaghi che offrivano i loro servigi per edicole e i più capaci anche decorazioni per interni; talora veniva chiamato anche un vero e propria artista. I castelli e le rocche erano centri vitali, propulsori di attività di ogni genere. La loro storia è quanto mai affascinante e ora diventa ancora più completa per quelli dell'Alto Adige Südtirol con la pubblicazione a cura di Tangram- Merano e della casa Editrice Osiride di Rovereto del primo volume del Codice Brandis, che contiene i disegni predisposti nel XVII secolo di castelli, residenze nobiliari e paesi fortificati del Burgraviato, della Val Venosta e dell'alta Valle dell'Inn, in Austria. 176 pagine di sicuro interesse, notevoli i disegni e le descrizioni. Fino ad oggi del Codice, voluto dalla famiglia nobiliare dei Brandis, ci si poteva riferire allo studio di N. Rasmo, Il Codice Brandis: il Trentino, ma si limitava ad un esame parziale dei disegni di castelli. La pubblicazione apparsa in questi giorni a cura di Alessandro Baccin e Ulrike Kindl costituisce una novità editoriale assoluta perché presenta per la prima volta i disegni originali del Codice e una visione del ruolo svolto dalla classe aristocratica nel territorio più meridionale afferente al sacro Romano Impero. I diversi saggi che accompagnano la pubblicazione sia in italiano sia in tedesco del Codice Brandis nella sua completezza ci forniscono elementi storici, cartografici utili a conoscere appieno un territorio nel XVII secolo e che ancor oggi esercita un grande fascino anche al sol vedere come una zona sia stata un centro importante di scambi economici, un punto nevralgico dal punto di vista militare e un luogo di vita umana, in tutte le sue espressioni. L'importanza dei saggi che si avrà modo di leggere è quella di proiettare il lettore proprio in un'epoca che ha in sé quella tradizione di legame con il territorio che mai è venuta meno e che costituisce da sempre il vero benessere. La pubblicazione, la prima completa, oltre ai meriti culturali indubbi, consente di riscoprire e dare occasione di visitare almeno qualche castello del Trentino - Alto Adige / Südtirol la cui storia, cultura, tradizione (usi e costumi) è esempio per chi ama il proprio territorio.
A questo primo volume seguirà la pubblicazione, sempre tratta dal Codice Brandis, di uno dedicato ai castelli della Val d'Adige, Val di Non, Val di Sole e di un terzo a quelli del Trentino.
Il volume è anche prenotabile, senza spese di spedizioni su questo sito


Commenti

Inviato Giovedi 29 Marzo 2018 alle 19:44

Prendo atto delle sue affermazioni, mi scuso se l'ho offesa ma il senso era che se lei ed altri, piuttosto che discettare solo di tecnica (la forma di sicuro errata, mi inchino a lei studioso), si impegnasse anche a condannare le pressioni che prima hanno sottomeso lo Stato ai poteri fiannziari e poi hanno distrutto decine di migliaia di soci noi e questi soci vi saremmo più grati. Perciò preferiamo evidenziare gli sforzi di chi, legali e magistrati e pochi giornalisti, difettando nella forma, di sicuro lotta per la sostanza: ridare il maltolto senza usare commi e codicilli. In altri paesi magari non sarebbe succeso questo esproprio ma, di sicuro, se fosse avvenuto, la gente sarebbe scesa in piazza. Ma non dobbiamo approfittarcene troppo della prigrizia italica, vero dadorossi che continuo, comuqnue, a non capire perchè rimane anonimo.
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