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"Strafanti e Barlafüs" di Il moscardino: a Vicenza nelle cassette un bel libro che non è in vendita, editore "SubEdizioni Il Pignorante"

Di Italo Francesco Baldo Domenica 10 Dicembre 2017 alle 10:46 | 0 commenti

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Le recensioni si fanno per amici e parenti, poco per la cultura, molto per le vendite. Accade, fatto rarissimi, che un libro non sia in vendita e per questo motivo è proprio "bellissimo" parlarne e bene. In tutte le case, condomini ecc. è presente la cassetta per le lettere, ormai ridotta a ricettacolo soprattutto di pubblicità e di bollette, Difficile trovarvi una cartolina di saluti o di auguri, sostituite dai più comodi messaggini e twitter che hanno invaso perfino il campo della diplomazia e dei rapporti tra gli Stati. Capita però che venga inserita nella famosa cassetta qualcosa di inaspettato, di non richiesto e che costituisce una simpatica comunicazione.

È accaduto alla mia personale cassetta, dove abbia trovato un piccolo libro dal titolo "Strafanti e Barlafüs" il cui Autore si denomina "Il moscardino", pubblicato da "SubEdizioni Il Pignorante" e senza prezzo di vendita. Un dono inatteso e, alla lettura, pure simpatico.
Certamente autore e titolo e pure casa editrice invitano a saperne di più. Intanto l'Autore "Il Moscardino" non si rifà al Muscardinus avellanarius (Linnaeus, 1758), un roditore, appartenente alla famiglia Gliridae, che vive prevalentemente in Europa e in Asia Minore. Nemmeno al gustoso Eledone moschata (Lamarck, 1798), un mollusco cefalopode appartenente alla famiglia Octopodidae pescato nei fondali dell'Adriatico e cucinato in differenti modi.
Forse Il Moscardino può appartenere a quei giovani che si denominavano "Moscardini" o "jeunesse dorée (gioventù dorata), Incroyables (Incredibili), Collets noirs (Colletti neri) che durante la Rivoluzione Francese avevano idee controrivoluzionarie e monarchiche ed erano, caratterizzati dalla cura ricercata e pretenziosa dell'abbigliamento e dall'atteggiamento snob?
Magari il nome l'Autore l'ha mutuato dai racconti di Enrico Pea (1881-1958 "Il racconto di Moscardino" pubblicato nel 1922 (Milano F.llli Treves), tradotto da Ezra Pound, riproposto da I. Calvino e ristampato nel 2016.
Dopo tanto ricercare forse "Il Moscardino" in questione è solo un nome si riferisce a un giovanotto o anziano giovanile, elegante e molto curato nella persona, che si diletta di scrittura e scrive appunto questi "Strafanti". Nota: "Strafanti è una parola dialettale veneta che indica una cosa non utile ma che fondamentalmente ci attira, un accessorio, una stupidaggine che desideriamo ma che alla fine ci serve a poco." Mentre "Barlafüs" deriva dal lombardo ed è oggetto inutile, ingombrante: "ghè chì dumo barlafüs: ci son qui solo cose inutili. (per estensione) persona incapace e incompetente, buono a nulla, persona caratterizzata da pochezza morale".
Infine la Cassa editrice ha derivazione veneta: "Pignorante" non deriva dal verbo "pignorare", ma dal veneto "il più ignorante" e così ben si collega al titolo e all'autore.
Date queste prime informazioni, il libretto donato è una serie di espressioni, che intendono dar luogo a riflessioni, quasi aforismi che transitano nel cervello di ogni uomo e che, in questo caso, sono stati scritti a diletto, quindi non utili necessariamente, ma anche a stimolo per ben pensare in una Vicenza che di pensieri ne ha moltissimi e di preoccupazioni ancora di più.
Così, anche semplicemente scorrendo il libro, il pensiero si sofferma sul primo: "Sarò breve" e corre all'ultimo "Addio amore mio e grazie del caffè". Tra i due nessun legame, come avremo gradito, ma nel mezzo o quasi capita di leggere: "Insomma, alla fine della fiera, ci tocca essere chi siamo.".

Tra questi tre tantissimi altri sulla liberta, sulla solitudine, la notte, la vita, il bene, la storia, l'Italia "che brilla per la sua indisciplina", tanto che "L'onestà non ama i funamboli", come invece pare sia accaduto a Vicenza, dicono le malelingue nei piani alti dei centri di potere che sono sparsi sia in centro sia nella immeditata periferia.
Ben noto è poi "Il profondo conservatorismo di certe rivoluzioni" e anche di certi amministratori che vogliono cambiare tutto perché loro possano sempre sedersi sulle stesse "careghe". E fanno da contraltare alla passione "del reazionario che fa di ogni erba un fascio", mentre sarebbe moderno, continuo io, a fare di ogni erba una canna.
Insomma tra il serio e il faceto, l'inutile "strafanto" o "Barlafüs", il libro cerca di assolvere al compito che si è prefissato, quello di stupire e di rallegrare l'animo e in fin dei conti di far pensare, cosa rarissima in questi tempi in tutto il mondo e particolarmente a Vicenza, dove non si è ancora compreso bene nei cosiddetti poteri forti, che i cittadini non ne possono più di chiacchiere, di primarie fatti in luoghi pubblici senza nemmeno versare una lira per i consumi (luce, riscaldamento ecc.) alle casse comunali, di casa per i padri separati che viene inaugurata per ben due volte e giace nell'incuria e di parchi che non hanno pace, ma solo spaccio, di mostre che muovo il centro, ma per nulla la periferia che invece è bisognosa anche di cultura, e in fondo ben dice Il Moscardino: " anche i veli pietosi vanno lavati di tanto in tanto".
Il libro non è in vendita, ma ogni cittadino di Vicenza può farsene uno a proprio uso e consumo!

Leggi tutti gli articoli su: "Strafanti e Barlafüs", Il moscardino

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