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Un Bassano da impazzire!

Di Marco Polo Lunedi 23 Dicembre 2013 alle 21:52 | 0 commenti

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Il taumaturgico groviglio di splendide sensazioni ed emozioni convogliate sabato nello stadio Mercante di Bassano del Grappa rappresentano il più bel regalo di Natale mai ricevuto dalla dirigenza e dal popolo giallorossi. Il Soccer Team che mai in precedenza, da quando milita nel calcio professionistico, si è seduto sul trono del re d’inverno è una squadra che sa farsi amare non solo per i punti che riesce ad incamerare ma anche per il tambureggiante, coraggioso, eroico modo con i quali gioca e vince le partite.

Mario Petrone, al termine dell’incontro nel quale i suoi hanno dominato sull’ex capolista Santarcangelo, avrebbe la tentazione di recitare i soliti concetti, quelli che rendono un allenatore da bravo a vincente e con esso la squadra che allena. Le prime parole che escono dalla bocca del coach campano sono: «Non abbiamo ancora fatto niente». È giusto, al termine della stagione mancano 17 confronti per la vita e la morte, si può essere considerati eroi oggi e venir beffati domani. Ma poi viene incalzato, spronato a lasciarsi andare. La sosta natalizia arriva propizia per staccare la spina, un paio di giorni con la testa piacevolmente sulle nuvole a coltivare sogni che a luglio erano miraggi e adesso invece sono alla portata è sacrosanto concederseli. Forse anche i ragazzi più pacati come Federico Furlan, per il quale non ci sono più aggettivi, o il leader  silenzioso Gianmaria Rossi per un paio di giorni riporranno nell’armadio la frase mantra «a noi interessa essere fra le prime otto a maggio» per godersi tutto d’un fiato un primato inaspettato e per questo ancor più coinvolgente. C’è voglia di festeggiare in tutte le componenti del mondo giallorosso, e ancor di più c’è voglia di condividere le emozioni. L’essenza dello sport che ha fatto innamorare milioni e milioni di persone nel mondo: il poter condividere le emozioni. È stato incredibile trattenere il fiato per novanta lunghi minuti e al 91’ saltare per aria grazie al gol decisivo di un centravanti 20enne svezzato nel vivaio della tua squadra. Per chi non l’avesse vista: cliccate sul sito ufficiale della società di via Piave e guardate la faccia trasfigurata di felicità del presidente Stefano Rosso avvolto dall’abbraccio dei giocatori nel chiuso dello spogliatoio. E poi osservate il volto disteso ed orgoglioso di suo padre, patròn Renzo Rosso, il motore del progetto Soccer Team. Notate come brillano i suoi occhi, anche nello scatto che lo ritrae tra i ragazzini del settore giovanile. Probabilmente ci voleva un miracolo per far tornare la voglia di fare calcio in seno alla Diesel, impossibile sapere oggi cosa riserverà il futuro ma il miracolo c’è stato, la scintilla è scoccata per merito di un gruppo che, partito tra lo scetticismo generale, ha saputo scaldare il cuore di molti regalando emozioni semplici e genuine che hanno il potere di legare persone tanto diverse tra loro ma accumulate dalla passione per la squadra della propria città o della quale difendono i colori.

 

Che storie ragazzi! Bassano campione d’inverno, Bassano giovane, campione di coraggio che sta scrivendo pagine tra le più belle della sua storia. Petrone come Glerean e Jaconi, gli altri due allenatori alle quali sono legati i momenti più magici della società. Bello anche rilevare che c’è un filo rosso che unisce la forse irripetibile a livello di clima stagione 2007/08, quella conclusasi con la coppa Italia di serie C, dell’esodo di 600 persone al Giglio di Reggio Emilia e la finale perso con il Portogruaro, passando per la storica salvezza in C1, all’attuale campionato. Quel filo rosso è un numero, il numero 10. Il numero che Emanuele Berrettoni ha indossato nel 4-2-4 del magno Ezio, il numero 10 a cui tanti avversari hanno I due più grani numeri 10 del Bassano: Berrettoni e La Grotteria (foto Roberto Bosca)dovuto inchinarsi anche quando campeggiava sulle possenti spalle di Cristian La Grotteria, oggi allenatore in seconda, il numero che tutt’oggi è reso grande ed invidiato da quel ragazzo nato a Roma 32 anni fa e che è tornato da Verona per essere capitano ed esempio dentro e fuori dal campo. Eppoi c’è l’amore per la maglia, quell’amore che ha sempre contraddistinto la bandiera Matteo Nichele, guarda la coincidenza anch’egli capolista in serie D con il Pordenone assieme agli altri amici Mateos e Zubin, e che tanta gente ha contagiato, il senso d’appartenenza che stanno trasmettendo i bassanesi Filippo Stevanin, Nicola Bizzotto ma anche l’addetta stampa Sara Vivian, co-ideatrice di una serata aperta a tutti i tifosi giallorossi nella quale sarà possibile mangiare qualcosa e scambiarsi gli auguri con i giocatori della prima squadra, dello staff tecnico e dirigenziale del Bassano (per prenotarsi – sig. Gheno al 336262141).

 

Ancora il mister. Insomma a Mario Petrone al termine  della partita si leggeva in faccia che vorrebbe alzare le braccia al cielo e urlare la sua gioia per l’impresa che, giorno dopo giorno, grazie al contributo di tutti, si sta realizzando. Due parole le spende sulla partita prima di congedarsi augurando a tutti un buon Natale: «Il Santarcangelo è un ottima squadra, l’abbiamo visto, aveva le armi per metterci in difficoltà, magari col trequartista. Ed invece così non è stato per merito di un atteggiamento, il nostro, che esula da tante cose, un atteggiamento che ci ha portato a fare la partita perfetta. Il nostro dna ormai è cementato in uno spirito di gruppo eccezionale del quale, comunque vada, deve farci rimanere orgogliosi. Siamo davvero soddisfatti, siamo contenti di aver portato l’entusiasmo che abbiamo nel nostro quotidiano nelle partite e di averlo quindi trasmesso a chi ci segue da vicino. Prima fra tutti la famiglia Rosso». 

Mario Petrone pazzo di gioia. L'arbitro ha appena fischiato la fine, il suo Bassano è campione d'inverno (foto Roberto Bosca) 

Foto Orlando Zanolla tratta da bassanovirtus.com


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