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Un augurio da Benedetto Croce, salvato da ragazzo a Casamicciola nel terremoto del 1883

Di Italo Francesco Baldo Mercoledi 23 Agosto 2017 alle 00:33 | 0 commenti

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A Casamicciola - Ischia si è ripetuto il miracolo del salvataggio di fanciulli. Alle 21.30 circa del 28 luglio 1883 un violento terremoto colpì la località di Casamicciola, nell'isola d'Ischia, e i comuni limitrofi, soprattutto Lacco Ameno e Forio. La scossa tellurica, di tipo sussultorio e ondulatori, durò 13 secondi e fu valutata, nell'epicentro, del X grado della scala Mercalli. Restò nella memoria collettiva tanto da diventare il simbolo di una catastrofe: "ch'è una Casamicciola?". In quel terremoto ci furono 1.784 vittime. Sotto le macerie rimasero uccisi anche tutti i membri della famiglia (padre, madre e una sorella) di Benedetto Croce e lo stesso filosofo, allora 17enne, venne salvato dalle macerie.

Così il grande filosofo ha raccontato la sua avventura. 

Egli si trovava nel soggiorno della Villa Verde, dove la famiglia del proprietario terriero Pasquale Croce risiedeva per le vacanze. Il terremoto fece sprofondare il padre, ingoiato dalle macerie, Benedetto Croce vide la sorella sbalzata verso il soffitto, quindi raggiunse la madre che si era rifugiata sul balcone, e da lì entrambi precipitarono: "Rinvenni a notte alta - scrisse poi il filosofo nel Contributo alla critica di me stesso del 1915 - e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, e vedevo intorno il terriccio giallo, e non riuscivo a raccapezzarmi su ciò ch'era accaduto, e mi pareva di sognare. Compresi dopo un poco, e restai calmo, come accade nelle grandi disgrazie. Chiamai al soccorso per me e per mio padre, di cui ascoltavo la voce poco lontano; malgrado ogni sforzo, non riuscii da me solo a districarmi. Verso la mattina (ma più tardi), fui cavato fuori, se ben ricordo, da due soldati e steso su una barella all'aperto. Lo stordimento della sventura domestica che mi aveva colpito, lo stato morboso del mio organismo che non pativa di alcuna malattia determinata e sembrava patir di tutte, la mancanza di chiarezza su me stesso e sulla via da percorrere, gl'incerti concetti sui fini e sul significato del vivere, e le altre congiunte ansie giovanili, mi toglievano ogni lietezza di speranza e m'inchinavano a considerarmi avvizzito prima di fiorire, vecchio prima che giovane. Quegli anni furono i miei più dolorosi e cupi: i soli nei quali assai volte la sera, posando la testa sul guanciale, abbia fortemente bramato di non svegliarmi al mattino, e mi siano sorti persino pensieri di suicidio."

Anche questa volta alcuni fanciulli si sono salvati, grazie all'opera dei Vigili del fuoco. A loro auguriamo quella vita che Benedetto Croce ebbe e che potenziò la cultura italiana ed è ancora oggi un punto di riferimento per coloro che amano la libertà sulla quale si costruisce il mondo.

Ma per farlo è necessario impegno e serietà civile soprattutto nel bene comune.

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