"The love box" la scatola teatrale domenica in piazza Matteotti

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 14 Maggio 2013 alle 15:12 | 0 commenti

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Comune di Vicenza - Chiusi in una scatola. Precipitati, un uomo e una donna vivono al ritmo serrato di un videoclip. Pranzi e cene, lavatrici e toilette andranno in scena in “The love box”, lo spettacolo vincitore del bando teatrale IDRA 2012 in programma domenica 19 maggio dalle 15 alle 19 in piazza Matteotti. L'iniziativa è organizzata dall'assessorato al decentramento e alla partecipazione con Glossa Teatro. “The love boxe (F.e.d.r.a)” è interpretato dalla compagnia exvUoto con Antonia Bertagnon, Andrea Dellai e per la regia di Tommaso Franchin. Scena di Alberto Favretto.

The love box è una scatola teatrale, un dispositivo, un ambiente pressurizzato, luogo di creazione e di esperimenti performativi, nel quale va in scena l’amore e la sua insensatezza. La scatola scenografica non comunica, si mostra: esibisce il suo contenuto, come un pezzo da museo: la relazione tra una donna e un ragazzo richiama il mito di Ippolito e Fedra della tragedia di Euripide, un concentrato di sentimenti, in cui abitudine, routine, noia scatenano reazioni chimico-batteriche degenerative.
È una storia semplice, una tragedia disarmante nella sua quotidianità, proprio per questo è il prototipo ideale da conservare in una collezione di scatole: una stanza e un letto, dove tutto si consuma, vita, amore, sonno, solitudini. Lui e lei sono due vite che si desiderano, ma che non si accettano. Lui è un ragazzo, lei una donna adulta. Perduti in quella stanza sempre più piccola, soli nella loro quotidiana miseria, vivono al ritmo serrato di un videoclip. Pranzi, cene, lavatrici e toilette. Nessuno esce, nessuno entra. Si cercano fino alla fine, una fine consapevole e condivisa, finché non staccano la spina, finché tutto è spento, anche l’amore.
Cosa succede alla tragedia di Euripide una volta che si inscatola? Manterrà inalterato il suo sapore?
L’intento della Compagnia è fare un teatro pronto all’uso, una scatoletta di zuppa pronta da mangiare (anche se, magari, difficile da digerire), cercando di capire quali siano le dosi giuste, senza escludere che la scatola possa esplodere o possa intossicare. La scatola viaggerà in qualunque luogo: piazze, parchi, giardini privati, parcheggi, centri urbani e periferie, zone industriali, montagne, spiagge, monasteri e… TEATRI.
Nella sottile ma impermeabile membrana di separazione della vetrina sta il senso di questo lavoro: l’evolversi di una relazione tra uno spettacolo cieco e sordo agli stimoli attorno ad esso (perfetto ecosistema indipendente) e i possibili spettatori occasionali di quell’evento.
Exvuoto teatro si costituisce nel settembre 2011 attorno al progetto Funi E Desideri Rapidamente Ammazzano: F.E.D.R.A. Dopo numerose esperienze teatrali in ambiti tra loro molto diversi (teatro di ricerca, teatro ragazzi, opera, performing arts) Antonia Bertagnon, Andrea Dellai e Tommaso Franchin decidono di sviluppare insieme un linguaggio comune. Al centro della ricerca di exvUoto c’è il tentativo di capire e di conoscere il senso di vuoto e/o di svuotamento che vive l’uomo contemporaneo, forse non più alienato ma di certo assuefatto ed anestetizzato. exvUoto parte appunto dal Vuoto, per cercare la scaturigine del sentire e della vita. Al progetto The love box si è aggiunto alla formazione anche lo scenografo e costumista Alberto Favretto.

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