Sul Cis Zigliotto ha ragione... e quindi torto
Mercoledi 12 Giugno 2013 alle 23:30 | 0 commenti
Eh no belin. Il presidente di Assindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto per il caso Cis non può cavarsela a prezzo di saldo. Le affermazioni riportate oggi dal GdV a pagina 61 sono il capitolo finale, e clamoroso, di una storia nata male, finita peggio, in cui mandanti e complici non solo si mescolano senza soluzione di continuità , ma vanno ricercati in una intera classe dirigente, politica, industriale e bancaria che domina incontrastata la scena vicentina dalla fine della cosiddetta prima repubblica.
Il tutto non in ragione di liason concettuali, ma per il semplice fatto che nell'azionariato del centro merci c'erano tutti: comune capoluogo, provincia, camera di commercio, Brescia Padova, BpVi, municipalità del comprensorio, Assindustria e chi più ne ha più ne metta.
Sicché sul banco del processo che la storia ha già intentato contro la vicenda Cis sta immobile uno dei principali corpi del reato. Un pantagruelico buco da venti milioni di euro che se non risanato finirà per l'ennesima volta sul groppone, pardon nel culo, dei contribuenti.
Che l'operazione Cis non fosse null'altro che una speculazione fondiaria, volgarotta peraltro, chi scrive, lo va documentando dalla metà degli anni Duemila, prima sul Gazzettino e dai ripetitori di Canale 68, poi sul suo blog e ancora dalle colonne di questa testata (in compagnia di pochi per di più). Il caso Cis è l'emblema della miopia e della grettezza della vicentinità la quale, come nel resto del mondo globalizzato, si avviluppa in mantra continui come sviluppo, progresso crescita i quali non sono i mezzi per evitare il baratro, ma sono essi stessi il baratro.
C'è poi un aspetto grottesco di tutta la partita. L'affaire Cis oltre a produrre un buco mostruoso, sul quale dovrebbe indagare la corte dei conti quanto meno, ha prodotto quintali tra interrogazioni in consiglio provinciale, interrogazioni in consiglio comunale a Vicenza, esposti, segnalazioni alla GdF. Da tutto questo «ambaradan» uno si aspetta quanto meno un po' di avvisi di garanzia verso qualche politico, qualche manager pasticcione. Ed effettivamente di avvisi di garanzia il caso del centro merci di Montebello ne ha prodotti. Sì, quelli a carico di Vicenzapiu.com rea di avere rivelato alcuni aspetti poco simpatici del retrobottega della vicenda.
Ora al di là di quisquilie e pinzillacchere la lunga intervista a Zigliotto evidenza comunque dei passaggi interessanti, rispetto ai quali si comprende che, anche per i morsi della crisi, in seno al mondo imprenditoriale qualche dubbio unitamente alla necessità di una qualche resipiscenza stia anche maturando. Ma senza una analisi più approfondita delle ragioni intime che hanno portato alla degenerazione annunciata, da pochi, del caso Cis, non si andrà certo lontano.
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