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Sabato 11 febbraio fa il suo debutto a Vicenza, per uno dei concerti di punta della stagione 2016/17 della Società del Quartetto, la violoncellista-star Sol Gabetta. Nata nell'aprile del 1981 in una cittadina della Provincia di Córdoba, nel cuore dell'Argentina, Gabetta vanta in realtà un misto di ascendenze russe, francesi e italiane che le conferiscono un fascino particolare e un "DNA" musicale di antico lignaggio. Avvicinatasi al canto fin dalla tenera età, nel coro della scuola, già allora intuì che la musica avrebbe avuto una parte importante nella sua vita. Quando però si trattò di scegliere uno strumento da studiare, i primi tentativi con il pianoforte, il clarinetto e il violino non la entusiasmarono più di tanto.

Finalmente - la bimba aveva 4 anni e mezzo - qualcuno le fece ascoltare la "voce umana" del violoncello, strumento che le sembrò capace di riassumere in sè tutte le sezioni di un coro: soprano, contralto, tenore e basso. Ma sulla decisione di scegliere proprio il violoncello (e di non lasciarlo mai più) influirono anche le forme sinuose e l'eleganza di uno strumento che prima di arrivare ad essere quello che tutti oggi conosciamo, ebbe in passato le sembianze della viola d'amore e della viola da gamba. Dopo i primi anni di studio in Argentina, Sol li prosegue alla Scuola Superiore di Musica "Regina Sofia" di Madrid (dove la famiglia si era trasferita) perfezionandosi poi a Basilea e a Berlino. Nel frattempo la giovane violoncellista si era fatta notare nelle più importanti competizioni per giovani musicisti inanellando una serie di premi ed elogi fra i quali il Premio "Natalia Gutman", il Concorso "Tchaikovsky" di Mosca e il Concorso Internazionale ARD di Monaco di Baviera. La fama mondiale arriva nei primi anni 2000 con la vittoria del "Crédit Suisse Young Artist Award" e il debutto con i Wiener Philharmoniker diretti da Gergiev. Da allora l'ascesa di Sol Gabetta nel firmamento della grande musica è stata inarrestabile. Negli ultimi tre lustri la violoncellista argentina si è esibita con le orchestre più prestigiose e con i direttori più importanti del mondo ottenendo parecchi allori anche in campo discografico: tre premi "Echo Klassik" (nel 2007, 2009 e 2011), "Strumentista dell'anno" nel 2013 e una nomination ai Grammy Awards. Fra i circa cento concerti nei quali è impegnata ogni anno, non sono poche le date riservate al repertorio cameristico, ambito che Sol Gabetta frequenta con altrettanta gloria, spesso in compagnia di partner prestigiosi. Sol Gabetta ha il privilegio di suonare due straordinari violoncelli di scuola italiana. Si tratta di un Giovanni Battista Guadagnini del 1759 (che ultimamente l'artista argentina utilizza di preferenza nel repertorio barocco) e di un Matteo Gofriller, costruito a Venezia intorno al 1725. Sabato sera al Teatro Comunale di Vicenza, Sol condividerà la scena con il talentuoso pianista francese Bertrand Chamayou, con il quale ha da tempo dato vita ad un connubio artistico di successo. Aprono la serata i "Cinque pezzi in stile popolare" che Robert Schumann compose di getto, nella primavera del 1849 all'apice di uno dei frangenti maggiormente creativi della sua breve ma intensa avventura compositiva. Subito dopo Sol Gabetta e Bertrand Chamayou saranno ipegnati nel Beethoven giovanile della prima Sonata dall'Opera 5, pezzo di portata storica perché fino ad allora la letteratura per violoncello e pianoforte non si era ancora affermata come un genere ben specifico. La seconda parte del concerto sarà interamente dedicata a Chopin, con l'esecuzione della Sonata in sol minore concepita fra il 1845 ed il 1846. Si tratta, anche in questo caso, di una pagina di rilevanza storica perché rappresenta una delle rarissime - e riuscitissime - incursioni chopiniane nel repertorio autenticamente cameristico.