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Smau, Ciambetti: il digitale è l'ultimo treno per modernizzare la Pa italiana

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 9 Maggio 2013 alle 21:43 | 0 commenti

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Assessore regionale del Veneto, Roberto Ciambetti - Inaugurando alla Fiera di Torino il Forum Territoriale Piemonte dedicato all'Agenda Digitale per la modernizzazione del Paese organizzato da Furum Pa e Smau l'assessore regionale del Veneto Roberto Ciambetti non ha avuto dubbi nel sostenere che “la crisi impone il cambiamento che può essere affrontato solo con gli strumenti della cultura.

Le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, il cuore dell'Agenda digitale, – ha detto Ciambetti –  devono essere ancora metabolizzate appieno dalla Pubblica amministrazione e forti resistenze all'innovazione non mancano anche dentro la burocrazia, ma la strada è dettata e lo dicono i numeri, perché quando si stimano risparmi per circa 15 miliardi di € grazie alla dematerializzazione e innovazione digitale nei processi della Pubblica amministrazione e in virtù dell'E-Government, non ci sono dubbi. Quindici miliardi risparmiati in prima applicazione e senza tener conto dell'effetto volano negli anni a venire,  senza dunque tener conto dell'apporto strutturale, che può avere l'Agenda digitale: molto più che una Spending Review: Purtroppo ci sono resistenze, ma è anche vero che Agenda Digitale è l'ultimo treno per modernizzare la Pa. In caso contrario,  c'è solo il declino”. L'assessore regionale del Veneto è stato invitato per presentare i risultati ottenuti grazie all'uso delle nuove tecnologie anche in processi decisionali, come quelli che hanno portato alla definizione delle norme regionali venete con la Legge 18 del 27 aprile del 2012 sulla disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. “E' stato solo grazie ad una singolarissima collaborazione attivata dalla Regione Veneto, tramite la Direzione Enti locali,  con la Fondazione  Cuoa, una delle più importanti Business school europee, l'Università di Padova e le realtà locali – ha spiegato Ciambetti – che siamo riusciti ad attivare una piattaforma digitale in cui tutti gli attori coinvolti nel processo potevano partecipare in real time all'elaborazione dei vari percorsi: anche così siamo riusciti a fare in modo che quella legge, che ha segnato in maniera molto importante il mio mandato, sia stato frutto collettivo, non una imposizione elaborata e imposta dall'alto, ma risultato di un dibattito anche telematico, smaterializzato. Con questo voglio dire che Agenda digitale può diventare uno strumento formidabile anche nel processo democratico e nel dibattito amministrativo e non a caso quella piattaforma e quel modello di lavoro digitale è alla base anche del processo del riordino territoriale che nei prossimi mesi delineerà un nuovo profilo istituzionale-amministrativo del Veneto, articolato su bacini con numeri ideali di utenti e aree territoriali ottimali per garantire i migliori servizi della Pubblica amministrazione al prezzo più contenuto e con i risultati migliori. Grazie alla cultura digitale – ha sottolineato Ciambetti – come Veneto abbiamo fatto lavorare assieme Università, centri di ricerca e formazione come il Cuoa, ma anche piccoli Comuni su un tema strategico, che nel volgere di pochi mesi rivoluzionerà l'intera operatività delle Istituzioni nella realtà locale”. A conclusione del suo intervento l'assessore Ciambetti poi ha fatto un riferimento alla storia del veneto, riandando a quel “Cinquecento quando le nuove rotte commerciali e l'emergere di nuiove potenze – ha conclsuo Ciambetti – sembravano aver messo in crisi Venezia: la Serenissima, allora, seppe cogliere l'occasione della crisi, si reinventò come capitale dell'editoria moderna, bonificò la terraferma e diede l'avvio a quella Civiltà della Villa che è tratto distintivo della nostra Regione. Mentre l?italia conosceva un declino formidabile, la Repubblica di Venezia riuscì amantenere un proprio ruolo europeo propri grazie ad una svolta culturale e all'innovazione data dalla nuova cultura dell'epoca. Ecco, anche oggi la crisi deve spingerci a reinventarci e ancor oggi, come nel Cinquecento, la vera svolta sta nella cultura, nelle menti e nell'intelligenza di chi ha capito che il vecchio mondo è tramontato definitivamente e che noi o si cambia o imboccheremo la via di un inesorabile declino”


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