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Situazione difficile alla Brendolan Prosciutti, Prc: solidarietà ai lavoratori

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 24 Giugno 2013 alle 09:06 | 0 commenti

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Antonella Zarantonello segretaria del circolo PRC Catterina Martello di Lonigo e Basso Vicentino -  Leggiamo che la situazione finanziaria della Brendolan (noto prosciuttificio di S.Daniele del Friuli )è difficile da alcuni anni,  ma è precipitata nelle ultime settimane quando le banche hanno bloccato il pegno rotativo sulla merce in magazzino concesso come garanzia per gli affidamenti ottenuti.   L'azienda porta il nome di Bruno Brendolan, l'imprenditore leoniceno che l'ha fondata e condotta fino al 2000, quando ha ceduto proprietà e marchio ai compratori mantovani.

Nel 2006 l'attività produttiva si è trasferita sui colli di Meledo, in uno stabilimento realizzato per la salagione, la stagionatura e la spedizione dei prosciutti. Dopo il passaggio a Meledo l'azienda ha avuto un periodo di crescita, raggiungendo nel 2010 il picco di fatturato a 79 milioni di euro. Già quell'esercizio segnava però un risultato negativo di 2,2 milioni di euro, saliti a 2,9 nel 2011.
Tutto questo ha provocato la Cassa integrazione per tutti i dipendenti e blocco dell'attività produttiva. Questa la drammatica situazione in cui versa la “Brendolan Prosciutti spa”, storica azienda alimentare leonicena, da qualche anno insediata a Meledo di Sarego. Lo stato di crisi coinvolge 40 lavoratori in organico a Meledo e un altro centinaio negli stabilimenti di S. Daniele del Friuli e di Carpegna, in provincia di Ascoli Piceno. È stata concessa la cassa integrazione per un mese, dal 3 al 30 giugno. I dipendenti stanno esaurendo le ferie maturate, dopo di che potranno accedere all'ammortizzatore sociale. Esprimiamo la solidarietà del nostro circolo di Rifondazione di Lonigo e Basso Vicentino a tutti i lavoratori che stanno rischiando il loro posto di lavoro non solo della Brendolan ma anche di altre aziende come la ILTA Pai di Campiglia,la cui  fumata nera nella trattativa tra la famiglia Nizzetto e il gruppo Amadori ha portato in un vicolo cieco circa 200 lavoratori, situazione che sindaci e rappresentanti di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil hanno definito a più riprese come una vera e propria “emergenza sociale”. 

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