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Sindacato degli studenti: no agli aumenti mensa Università di Padova

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 23 Maggio 2013 alle 21:09 | 0 commenti

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Sindacato degli Studenti  - Oggi giovedì 23 maggio 2013, il Sindacato degli Studenti ha organizzato un contro pranzo di protesta contro gli aumenti delle tariffe mensa annunciati dall’Esu di Padova lo scorso 17 maggio: con decreto del Commissario Straordinario Rocco Bordin, da martedì 21 maggio le tariffe hanno subito quello che ufficialmente è stato definito un “adeguamento”, ma che nel concreto rappresenta un effettivo aumento che sfiora il 10% per migliaia di studenti dell’Università degli Studi di Padova. 

Non tolleriamo come la voce degli studenti che, in quanto rappresentanti, abbiamo portato in Consiglio di Amministrazione sia rimasta inascoltata e pure sbeffeggiata, viste le numerose richieste di presa visione del bilancio, rimaste sempre volutamente ignorate.

 

Andando oltre le critiche ad un organo completamente svuotato della sua funzionalità da anni, a causa dei litigi e dispetti tra Università ed ESU per futili motivi di diversa appartenenza politica (o sarebbe meglio dire tra PD e Lega-PdL?), e la finta disponibilità di chi si indigna per dei post-it, che altro non esprimono se non il parere delle studentesse e degli studenti, la nostra proposta era semplice: tagliare e diminuire quanto più si poteva senza alterare la natura del servizio, pur di lasciare invariate le tariffe. Ci è sempre stato detto che lo si era già fatto, che l’ente era già arrivato ad eliminare tutti gli sprechi, ma proprio per questo avevamo bisogno di dati e bilancio, per verificarlo e per portare una proposta concreta e alternativa all’aumento che gli studenti hanno chiaramente giudicato improponibile, come si può notare dalla protesta dei post-it che Il Sindacato degli Studenti ha proposto il 18 aprile nelle mense Piovego e San Francesco.

Avendone l’Esu dato notizia attraverso il sito dell’Esu il 17 maggio, e con un cartello appeso alle casse delle mense il lunedì successivo, le studentesse e gli studenti martedì 21 si sono trovati una brutta sorpresa arrivati alla cassa della mensa: parliamo di un aumento di 0,40 € per il pasto completo e di 0,30 € per il ridotto, per quanto riguarda la fascia B, che comprende la fetta maggiore degli studenti che usufruiscono del servizio, e un aumento di 0,50 e 0,40 € per la fascia C, che comprende gli studenti “privi dei requisiti di merito” e senza differenziazioni di ISEE. Ma non è mica finita qui: i borsisti della fascia D1 (che a pranzo pagano zero) e D2 (ovvero i non beneficiari del primo anno che a pranzo pagano 2,30 e 1,80 €) a cena si vedranno applicare la tariffa B, chiaramente maggiorata.

“Ma cosa vuoi che sia per qualche centesimo” ci è stato risposto più e più volte da chi dall’alto ci vuole comandare, ma gli studenti sanno bene l’importanza dei centesimi, soprattutto se il criterio di applicazione delle tariffe non vede nessuna differenza di reddito, cosicché uno studente che ha 20mila punti ISEE paga lo stesso di chi ne ha 90mila.

 

Ma cos’è successo in queste settimane?

22 marzo: approvazione del bilancio di previsione 2013 della Regione Veneto: la voce “Spese per il finanziamento degli esu/ardsu” è in linea con il finanziamento del 2012 che però aveva subito dei tagli rispetto agli anni precedenti.

5 aprile: CdA dell’ESU in cui viene formulata la proposta di aumento (“aggiornamento”) delle tariffe mensa, con richiesta di rinvio della discussione in considerazione dell’assenza di alcuni rappresentanti degli studenti.

18 aprile: CdA dell’ESU, ore 16:00. Azione in San Francesco e Piovego durante il pranzo “Non POSTicipare la protesta!”

22 aprile: CdA dell’Università ore 15:00. Sit-in di protesta contro l’aumento delle tasse per gli studenti fuori corso, ulteriore spada di Damocle che pende sugli studenti in contemporanea alla discussione sulle tariffe mensa.

23 aprile: dichiarazioni del Commissario straordinario dell'Esu, Rocco Bordin, nelle quali Il Sindacato degli Studenti viene accusato di farsi pubblicità sulle spalle degli studenti per proteste contro aumenti a suo dire inesistenti. Una sua dichiarazione recita testualmente “Ma quale aumento del 10% per i pasti”. Insomma, la matematica è un’opinione.

24 aprile: CdA dell’ESU ore 16:00. Sit in di protesta dopo il quale i rappresentanti ottengono la creazione di un tavolo di lavoro per la settimana successiva, con l’intento di trovare una soluzione che rappresenti il male minore per gli studenti: questo è quanto concordato in CdA, ma alla fine il commissario straordinario, raggiunto telefonicamente dalla stampa locale, dà già per approvati sia l’aumento dei prezzi sia i tagli al servizio.

30 aprile: durante il tavolo tecnico i rappresentanti chiedono per l'ennesima volta il consuntivo e il bilancio. La riunione si conclude con la promessa di inviare i dati ai rappresentanti e di contattarli in caso di qualsiasi decisione.

17 MAGGIO: PUBBLICAZIONE DEL DECRETO CHE SANCISCE L’AUMENTO DELLE TARIFFE MENSA, con decorrenza da lunedì 21 maggio 2013.

 

Nonostante il silenzio elettorale ci abbia impedito di mobilitarci immediatamente per la giornata di lunedì 20 maggio, Il Sindacato degli Studenti ha convenuto che non fosse possibile sottostare a quanto deciso dall’Esu: abbiamo lanciato il nostro contro pranzo al fine di boicottare questo decreto, e per rendere nota la contrarietà degli studenti.  

“Circa 200 studenti si sono fermati oggi ai nostri tavoli in via Marzolo” dichiara Giada Pigatto, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Esu “e molti sono stati quelli che ci hanno chiesto se saremo presenti ancora nei prossimi giorni per ripetere l’iniziativa: dall’affluenza e dall’entusiasmo che abbiamo visto oggi, riteniamo doveroso continuare la protesta.”

 


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