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Sindacato degli studenti: "famelici aumenti" alla mensa universitaria di Padova

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 27 Agosto 2013 alle 21:06 | 0 commenti

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Il Sindacato degli Studenti  - Cosa vuoi che sia per qualche centesimo" dichiarava il Commissario Straordinario dell'Esu qualche mese fa, dopo la sua decisione di aumentare le tariffe della mensa, fortemente contrastata dai rappresentanti e dagli studenti stessi, durante le manifestazioni di dissenso contrassegnate da centinaia di post-it attaccati alle porte delle mense San Francesco e Piovego.

Dopo mesi di discussioni e di litigi in un organo commissariato da decenni, a maggio i rappresentanti degli studenti erano riusciti a salvaguardare perlomeno le "fasce più deboli".

Il virgolettato non è messo a caso, perché la fasciazione delle tariffe della ristorazione universitaria ha poco a che vedere con i requisiti di reddito, ma troppo con quelli di merito. Difatti, la fascia A tiene conto degli studenti che hanno un ISEE che rientra nei parametri del bando per le borse di studio (20.728,45) e almeno il 70% dei requisiti di merito, da possedersi congiuntamente. La fascia B prende in considerazione i due criteri della fascia A separati, o uno o l'altro. Le fasce C, invece, vanno attribuite agli studenti privi dei requisiti sopra descritti. Le fasce D1 e D2, salvaguardano il pasto gratuito (o quasi) per gli studenti idonei alla borsa di studio, e idonei non beneficiari. Si può quindi notare che, di fatto, le fasce di reddito sono solamente due: 0 - 20.728,45, e 20.728,45 - in su. In questo modo, uno studente che per qualche centinaia di euro non riesce a rientrare nella graduatoria delle borse di studio, paga lo stesso prezzo (ora aumentato!) di uno studente che ha ISEE medio-alti, alti e così via. Con il vecchio aumento si andavano a colpire la tariffa B, portata da 3,00-4,00€ a 3,30-4,40€, le tariffe C, portate da 4,20-5,20€ a 4,60-5,70€ e le tariffe D, che rimanevano invariate per il pranzo, ma venivano portate a 3,30-4,40€ per la cena. Il nuovo aumento va ad aumentare anche le cosiddette "fasce protette": la tariffa A va a +0,20€ per il pasto ridotto e a +0,20€ per l'intero per quanto riguarda il pranzo, mentre per la cena viene addirittura equiparata alla tariffa B! Le tariffe B e D1 aumentano di +0,20€ per il ridotto e di +0,10€ per l'intero. Le tariffe C1, C2 ed E restano invariate. "Macché caro mensa, nessun aumento del 10% delle tariffe per pastasciutte e bistecche, solo un impercettibile adeguamento Istat di 30 centesimi che non tocca le fasce deboli degli universitari." annunciava indignato il Commissario Bordin dopo il nostro duro attacco dei mesi scorsi. Di fatto ora l'aumento arriva al 13% e a pagare le conseguenze di anni di commissariamento e di scelte evidentemente sbagliate sono sempre gli studenti. Il Sig. Bordin ci aveva invitato "alla serietà, alla responsabilità e non alla strumentalizzazione", ma alla luce dei fatti non possiamo fare a meno di chiederci per quale motivo questa decisione non sia stata condivisa in primis con i rappresentanti degli studenti, con i quali il Commissario ha sempre affermato di voler collaborare. La nostra protesta nasce, oltre che dall'ennesimo attacco agli studenti, dalla mancanza di trasparenza che il Commissario si ostina a tenere nei confronti dei rappresentanti (e chissà, magari pure nei confronti dei dipendenti ESU) membri del Consiglio di Amministrazione, ai quali non viene data nemmeno visione del bilancio.

La situazione risulta ancor più tragicomica se pensiamo che un Consiglio di Amministrazione dell'ESU è stato fintamente convocato, ma per il 30 agosto: il decreto del nuovo aumento è datato 6 agosto e avrà decorrenza dal 1° settembre.
Oggi più che mai la situazione di commissariamento dell'ESU ci appare dannosa ed insostenibile, sia per l'ente che per la popolazione universitaria stessa. Avere un commissario unico che decide su tutto e tutti è inaccettabile e poco credibile. Chiediamo, perciò, che Università e Regione si accordino immediatamente per ripristinare l'Ente nel suo pieno e legittimo funzionamento, per uscire da questa ormai assurda situazione di illegalità, e che vengano immediatamente ripristinate le tariffe vigenti prima degli aumenti, chiedendo alla Regione l'istituzione di ulteriori fasce che salvaguardino i redditi più bassi. Siamo stanchi di sentir parlare di "tempi di crisi per l'ESU" (sicuramente sarà questa la giustificazione che verrà portata per tali aumenti); siamo consapevoli dei tagli ai finanziamenti da parte della Regione, che continuiamo a denunciare, ma crediamo anche che chi di dovere non sappia svolgere al meglio il proprio lavoro se non è in grado di sostentarsi eccetto che dalle tasche degli studenti. Se i rappresentanti degli studenti sono riusciti ad aprire un dialogo con il Consiglio Regionale e a ottenere delle risposte in tema di Diritto allo Studio, chiediamo che l'ESU si interfacci nuovamente con la commissione regionale che decide in materia e che non torni a casa a mani vuote come successo negli ultimi anni.


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