Shakespeare e gli “amori” vicentini con Albino Comelli e Antonio Di Lorenzo a Palazzo Cordellina
Martedi 3 Maggio 2016 alle 17:01 | 0 commenti
Comune di Vicenza
La storia di Romeo e Giulietta è uno dei miti più celebri al mondo, di cui è alquanto difficile stabilirne l'origine. Quella vicentina è datata a circa un secolo prima che lo scrittore inglese William Shakespeare la riprendesse, ispirandosi all’Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti dello scrittore vicentino Luigi Da Porto. Sulle origini di questo capolavoro ne parleranno venerdì 6 maggio alle 17.30 a Palazzo Cordellina Albino Comelli, co-autore del libro "Giulietta e Romeo: l'origine friulana del mito", e Antonio Di Lorenzo, che ne ha scritto in "La vera storia di Giulietta e Romeo".
Animeranno la serata le letture dal dramma shakespearino e dalla novella vicentina, curate dall’Associazione Convivium. L’incontro, organizzato dalla Biblioteca Bertoliana, si inserisce nelle iniziative legate alla Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, festeggiata il 23 aprile, anniversario della morte di Shakespeare. La storia d’amore di Giulietta e Romeo nasce in terra vicentina, a Montorso, dalla penna dell’erudito e condottiero vicentino Luigi Da Porto (1485-1529). Per comporre l’Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti egli prese spunto dalla storia d’amore di Mariotto e Giannozza da Siena, narrata da Masuccio Salernitano a metà del XV secolo, inserendo tuttavia alcune interessanti varianti. Cecil H. Clough, studioso del Rinascimento veneto e professore dell’università di Liverpool, fin dal 1985 ricondusse queste differenze alla forte componente autobiografica del testo: il nobile vicentino avrebbe narrato, infatti, la storia del proprio triste amore per una giovane di un casato opposto, conosciuta durante la sua permanenza a Udine. La novella di Luigi Da Porto fu scritta attorno al 1517 ma pubblicata, inizialmente in forma anonima, solo dopo la sua morte. Nella metà del Cinquecento Matteo Bandello ripropose la vicenda di questo amore infelice e la sua novella fu tradotta in francese da Pierre Boaistuau (1559) e, in seguito, grazie ad Arthur Brooke (The tragicall historye of Romeus and Juliet, 1562) e a William Painter (1567), giunse oltre Manica e quindi nelle mani di William Shakespeare che la trasformò in capolavoro (1595).
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