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"Sentinelle in Piedi" contro i gay: a Padova la controprotesta anche di Arcigay Vicenza

Di Anna Barbara Grotto Sabato 26 Luglio 2014 alle 19:25 | 0 commenti

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Ricordo una foto trovata online: due ragazzi afro-americani indossano una t-shirt con scritto “Gay is the new black – i gay sono i nuovi neri”. È uno slogan tratto da un documentario sulla realtà LGBT statunitense (nella fattispecie afro-americana), su come venga percepita dalla gente la rivendicazione di diritti civili, ed in particolare sulla politica anti-gay perpetrata dall’asse chiesa cristiana-movimenti di estrema destra. Il tutto ci riporta anacronisticamente ad altri tristi periodi storici caratterizzati da discriminazioni e violenze. Ma andiamo per ordine.

Chi sono le Sentinelle in Piedi? Movimento nato in Francia nel 2013, col nome Les Veilleurs, per osteggiare l’estensione del matrimonio alle coppie omosessuali, arriva ben presto anche nella cattolicissima Italia, dapprima con l’intento di solidarizzare col movimento francese, poi di avanzare rivendicazioni più nostrane, dato che gli argomenti di discussione in Francia (matrimonio e adozioni anche per i gay) sono ben lontani dall’attuale situazione legislativa in Italia. Cosa c’è in Italia da ostacolare (ed è qui che il movimento palesa i propri intenti, che non sono semplicemente in difesa di, bensì contrari a)? La legge contro l’omotransfobia, naturalmente: l’unico timido tentativo di legiferare sui diritti LGBT nel nostro Paese. Così, secondo la teoria (piuttosto aleatoria, dopo l’emendamento Gitti…) che tale normativa (che punisce le discriminazioni e le istigazioni ai crimini d’odio sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere) sia lesiva della libertà di pensiero, le Sentinelle in Piedi si battono per ostacolare la legge Scalfarotto. La loro azione è semplice: quasi dei flashmob silenziosi in cui, schierati in modalità vagamente militaresca, ovvero ordinati ed equidistanti, leggono ciascuno un libro, chi la Bibbia, chi scritti sulla presunta cultura cattolico-fobica (?), chi ancora volumi sulla “famiglia naturale”, chi semplicemente un libro a piacere. L’intento è di dimostrare di essere pacificamente silenziosi ma vigili sull’eventuale “corruzione dei costumi”, sui possibili attacchi all’“unica famiglia possibile” che è quella formata da un uomo e da una donna, “una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera, denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”, si legge nel loro sito.

Tutti concetti leciti proprio nel rispetto di quella libertà di pensiero oggetto di discussione; se non fosse che, calati nei fatti, gli stessi vanno ad attaccare i diritti civili, vanno ad avallare deprecabili azioni di esclusione di una parte dei cittadini dalle tutele, di fatto sostengono la legittimità della divisione dei cittadini in classi di diritto differenti. Peccato che la “signora Maria”, magari, non abbia capito realmente la gravità di tale propaganda (e viene da chiedersi quanto Sentinelle in Piedi et similia contino su questo, cioè sulla poca riconoscibilità delle loro violente finalità, mascherate come sono da una bella facciata). Perciò si aggiunga anche che tali movimenti (sostenuti politicamente e addirittura giuridicamente da una frangia di intellettuali ultracattolici) non fanno altro che creare disparità tra le persone sin dalla più tenera età; ed è riprovevole classificare anche i bambini come figli di serie A, aventi tutti i diritti, condannando altri bambini, i figli di serie B, a non averne nessuno. Bambini e cittadini e famiglie uguali a tutti gli altri per quanto riguarda i doveri, cioè pagare le tasse, pagare le bollette, pagare l’affitto; ma privi degli stessi diritti che invece hanno altri bambini, altri cittadini, altre famiglie.

È talmente lampante che non esiste né un Dio né una morale che predichi come giusta la discriminazione, che viene davvero difficile pensare che si credano intimamente “puri di cuore” coloro che scendono in piazza contro i propri “fratelli e sorelle”.

Giusto ieri, sabato 25 luglio, si è svolta a Padova una di queste manifestazioni (guarda fotgallery)

Circa una settantina i rappresentanti delle Sentinelle in Piedi che si sono radunati in Piazza della Frutta: guidati al microfono da una giovane donna (di cui non riusciamo a riportare il nome, perché a nostra domanda diretta ci ha risposto: “Se volete contattarci, scrivete alle Sentinelle di Padova, la posta la leggo io”, senza dirci chi lei fosse), la quale ha introdotto la “veglia”. Fra la curiosità dei passanti, si sono poi disposti in ordine silente, secondo le direttive di alcuni di loro, di pettorina rifrangente vestiti, che li posizionavano e davano un libro a chi ne fosse sprovvisto.

Non si è fatta attendere la contromanifestazione, e ben si è prestata la vicinissima Piazza delle Erbe: i due gruppi sono rimasti vicini ma non sono venuti in contatto, separati dal Palazzo della Ragione proprio nel mezzo dei due luoghi preposti.

La contromanifestazione è stata organizzata da diverse associazioni Padovane, non solo LGBT ma anche culturali e studentesche, fra cui Arcigay Tralaltro, Arcilesbica Il Riparo, Antéros LGBTI, Fuxia-Block, BiosLab, Q-Generation, ASU, UDU, Studenti Medi. Un evento partecipato: secondo gli organizzatori, circa 200 sono state le persone accorse a rivendicare inclusività, allargamento dei diritti, condivisione, coscienza delle diversità di cui è formata la società. Le manifestazioni a favore dei diritti civili uguali per tutti non si battono di certo contro la famiglia cosiddetta “naturale”, ma a favore dell’uguaglianza. L’atmosfera era molto diversa fra le due piazze: da una parte il silenzio celava teorie di esclusione e di negazione dell’altro, e non dissimulava una certa tensione; dall’altra, invece, in modo più colorato, partecipato, accompagnati da musica e da qualche ballo, si elargivano messaggi più confortanti di accoglienza.

Un avvicinamento fra i due gruppi si è accennato quando è stato srotolato uno striscione arcobaleno con la scritta “L’omofobia non è un’opinione; il nostro amore è libertà” che le associazioni LGBT hanno provato a “far vedere - così dicevano al megafono - agli omofobi”. Le forze dell’ordine - piuttosto numerose - si sono schierate con caschi, manganelli e scudi in posizione antisommossa: situazione più unica che rara in una manifestazione LGBT! Ed infatti non è servito nessun intervento.

Anche Arcigay Vicenza ha partecipato alla manifestazione in favore dei diritti civili e contro ogni forma di propaganda omofoba. Ecco cosa ci ha detto il presidente, Mattia Stella: “Affermare che il ddl Scalfarotto limita la libertà di opinione è cosa grave. Le Sentinelle in Piedi ed altri potranno manifestare la loro opinione, nel rispetto civile, anche dopo l'approvazione della legge. Tutelare cittadini da violenza e discriminazioni rappresenta un atto dovuto nel rispetto dei valori costituzionali. Le Sentinelle farebbero bene ad esprimersi sugli episodi di violenza avvenuti a causa dell'orientamento sessuale della vittima, e rendere pubblici i nomi di chi finanzia la loro campagna di disinformazione.”


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