Quotidiano | Categorie: Sindacati

Scusate il disturbo! L'amarezza di un operaio licenziato dalla Askoll

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 27 Febbraio 2014 alle 22:05 | 0 commenti

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«E successo questo dopo che siamo partiti ... sul blog di Askoll in lotta un collega ha pubblicato una lettera»: è così che accompagna la foto dei cartelli subito rimossi a manifestazione, quasi, finita un'operaia che, dopo che analoga sorte era toccata ai circa 300 dipendenti di Moncalieri, ha subito il licenziamento a Castell'Alfero insieme ad altri 222 colleghi e con loro ha sfilato ieri a Dueville nel sostanziale silenzio odierno dei media locali.

Con la sua mail e la foto allegata la madre di famiglia, senza lavoro e senza neanche i soldi degli ammortizzatori sociali ora negati, si rivolge sicuramente ai colleghi che a Povolaro di Dueville e a Breganze si sentono ancora tranquilli.

O hanno solo e semplicemente dimenticato quel sentimento di solidarietà che una volta, quando c'era ancora un'Italia dei sentimenti e non solo degli interessi egoistici, almeno contraddistingueva i lavoratori ancora attivi in difesa di quelli scaricati come pacchi inutili.

Solidarietà ieri palpabilmente assente, ancora prima della frettolosa rimozione dei cartelli di protesta civile, visti i pochi colleghi locali presenti a fianco di quelli astigiani.

Per paura di irritare il "padrone" e, magari, nella speranza che lui sia in futuro riconoscente (come i Marzotto a Valdagno?) vista la debolezza dei sindacati.

Che, non si sa se per opportunismo o per cecità, continuano a trattare le vertenze di un mega gruppo fabbrica per fabbrica, provando, quando lo provano veramente, a tappare provvisoriamente i singoli buchi che esploderanno poi come falle ingestibili quando arriveranno le onde di un mare che i buchi evidenziano come già grosso e pronto a spinegere il lavoro all'estero (in Slovacchia per la Askoll) e i capitali alla finanza speculativa.

Ieri anche i sindacati locali, felici magari di aver firmato il giorno prima un accordicchio per Askoll Due in attesa che i problemi scoppino anche in Askoll Tre che opera nello stesso settore della fabbrica astigiana, erano presenti solo con qualche volenteroso esponente di vertice senza neanche un minimo di mobilitazione neanche di chi il sindacalista lo fa di fatto e da anni per lavoro ed ha preferito rimanere in una tranquilla sede sindacale confederale invece che scendere in strada a manifestare civilmente ma con forza.

Per difendere tutti i lavoratori e non solo il proprio, da funzionari, come ha denunciato anche a Vicenza , non VicenzaPiù, ma, insieme al suo referente locale Massimo D'Angelo della Filt Cgil, Giorgio Cremaschi, leader del documento "Il sindacato è un'altra cosa"  per giunta aggredito pochi giorni dopo dai compagni della "sua" Cgil perchè osava dissentire dalle tesi della maggioranza bulgara di Susanna Camusso.

P.S. L'operaia ci ha scritto anche: «Grazie VicenzaPiù per averci dato voce e per averci sostenuto nella nostra lotta ... che comunque prosegue».

Sindacalisti e lavoratori di Vicenza, avremmo preferito sinceramente che la vostra collega ringraziasse voi perchè noi abbiamo solo fatto il nostro lavoro: informare nel modo più completo possibile e senza veli di alcun tipo.

Speriamo, quindi, che il gruppo Askoll, magari aiutato dagli ordini, da qualche nuova spinta a una maggior fiducia in questa povera, letteralmente, Italia e da qualche calcolo slovacco meno utilitaristico, renda non necessaria nè la prosecuzione di questa lotta nè l'inizio di altre nel Vicentino, di cui daremmo conto ma di cui preferiremmo non scrivere: perchè ci auguriamo il meglio per tutti e non perchè il meglio sia tappare l'informazione a favore dei soliti noti. 

 

Leggete ora la lettera dell'operaio della Askoll di Castell'Alfero e capirete subito l'enorme amarezza del suo titolo.

 

"Scusate il disturbo!"

Di un operaio licenziato della Askoll di Castell'Alfero

Un ringraziamento va per la solidarietà ricevuta da tutti quei lavoratori vicentini che si sono uniti alla protesta pacifica, nonostante i pregiudizi di paura che correvano lungo i corridoi della Holding trasmessi a tutte le divisioni per le devastazioni che potevano verificarsi con l'arrivo degli "Unni" piemontesi. Un ringraziamento alle Forze dell'ordine che ci hanno accompagnato lungo il percorso (purtroppo diverso da quello concordato ed autorizzato) e alla Polizia del Reparto Mobile in tenuta antisommossa parcheggiati all'interno del parcheggio della Holding pronti all'intervento nel caso si fosse reso necessario.
Anche ieri pensiamo di aver dato dimostrazione di grande civiltà, di essere pronti al dialogo in qualsiasi momento, ma non è così per tutti perché quello che ci siamo sentiti rispondere da un alto dirigente è stato uno sconsolante "... non posso parlare con voi ...".

Purtroppo la stessa solidarietà non è stata espressa da tutti, qualcuno è scappato vigliaccamente anzitempo, qualcuno ha osservato da dietro le vetrate specchiate, chi per curiosità, chi magari lasciandosi andare in qualche commento di indignazione, e chi come qualcuno che non ha visto l'ora di pulire le tracce lasciate dai manifestanti di fronte alla sede di Comando consistenti in semplicissimi cartelloni.
Sono passati pochi minuti, giusto il tempo che il pullman dei lavoratori di Askoll P&C scomparisse all'orizzonte, scortato dalle Forze dell'ordine fino all'ingresso autostradale, che due adepti uscissero dalla Holding armati di forbici per distruggere le prove di quella manifestazione che assolutamente non sarebbe piaciuta al Signor ( se così si può definire ) Marioni, nonostante fosse assente per ferie e i lavoratori di Askoll 3 in cassa integrazione obbligata. Non hanno tenuto in considerazione l'ipotesi che qualche lavoratore attardatosi, fosse ancora presente di fronte alla Holding. Questi ultimi hanno provveduto ad immortalare il momento inglorioso di una Direzione totalmente devota alla proprietà e di conseguenza scarsamente sensibile al triste destino dei "colleghi" e a quei pochi sfoghi che si portano appresso i circa 220 lavoratori astigiani che stanno per perdere il proprio posto di lavoro.


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