Scuderie del Quirinale, in mostra un'opera di Hans Memling di proprietà dei Musei Civici di Vicenza
Venerdi 3 Ottobre 2014 alle 15:43 | 0 commenti
Comune di Vicenza - Ad impreziosire la mostra “Memling. Rinascimento fiammingo†che aprirà alle Scuderie del Quirinale, a Roma, l’11 ottobre prossimo (fino al 18 gennaio 2015), ci sarà anche il
“Cristo crocifisso con la Madonna, i santi Giovanni evangelista e Battista, la Maddalena e due abati cistercensiâ€, opera giovanile di Hans Memling (Seligenstadt, Magonza, 1440 circa - Bruges 1494) conservata a Palazzo Chiericati.
Il prestito, che avverrà nei prossimi giorni, è stato concesso dalla direzione Musei Civici di Vicenza solo per l’eccezionalità dell’evento, anche a fronte della disponibilità delle Scuderie del Quirinale a finanziare il restauro manutentivo del dipinto e la costruzione di un clima frame apposito per la corretta conservazione dell’opera, in termini di temperatura e di umidità .
“Quest’operazione di altissimo rilievo culturale - ha commentato il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci -  sigla un’importante partnership del Comune di Vicenza con le Scuderie del Quirinale di Roma ed ha il pregio di ricomporre nella sua integrità un eccezionale trittico, smembrato nei secoli, riportando insieme il pannello centrale della Crocifissione, conservato a Vicenza, la parte interna delle ante proveniente dalla Morgan Library di New York e la parte esterna conservata al Groeningemuseum di Bruges, consentendo così al pubblico di scoprire il fascino di questo capolavoro ricostituito in mostra e di contribuire ad una migliore lettura dell’opera di questo straordinario pittore fiammingoâ€.
La tavola vicentina costituiva infatti originariamente il pannello centrale di un trittico di ridotte dimensioni (cm. 83x116 circa) smembrato in epoca imprecisata. Si tratta di un capolavoro la cui preziosità emerge da alcuni particolari di qualità altissima: la drammaticità dei volti dei santi a cui si contrappone la forte caratterizzazione dei visi dei due abati cistercensi, la resa plastica e dinamica dei panneggi, la lucentezza dei colori, il paesaggio fiabesco che si distende alle spalle del Crocifisso, elementi caratteristici della pittura fiamminga, che sarebbero stati in breve tempo recepiti, assieme alla tecnica ad olio, dagli artisti italiani della seconda metà del Quattrocento (fra tutti Piero della Francesca, Antonello da Messina e Giovanni Bellini).
L’opera, originariamente attribuita al maestro fiammingo Jan Van Eyck ed assegnata dal 1892 ad Hans Memling, risale probabilmente agli anni 1468-1470. In questo periodo il giovane Memling iniziò a dirigere una propria bottega a Bruges, affermandosi come artista indipendente, pur rimanendo ancora legato al linguaggio del suo maestro Roger van der Weyden, come dimostrano alcuni particolari della tavola vicentina: i contorni precisi e taglienti che definiscono le figure, l’irreale sfondo paesaggistico, il corpo asciutto del Cristo e l’elegante figura della Maddalena.
Inginocchiato ai piedi della croce, è raffigurato il committente del trittico, l’abate cistercense Jan Crabbe titolare dell’abbazia delle Dune a Coxyde, che avrebbe ordinato l’opera per celebrare il quindicesimo anno della sua prelatura, mentre alle sue spalle compaiono il suo santo protettore, il cistercense san Bernardo, e san Giovanni Battista.
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