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"Scioperetto" o sciopero generale?

Di Citizen Writers Giovedi 12 Dicembre 2013 alle 12:10 | 0 commenti

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Riceviamo da Luc Thibault e pubblichiamo - Susanna Camusso riemerge dall’ombra, in cui da tempo è finita la CGIL e tutto il sindacato concertativo italiano, per assestare con argomentazioni che lasciano allibiti un duro colpo alla pratica dello sciopero generale, uno dei principali strumenti politici di lotta del movimento dei lavoratori.

Camusso sostiene infatti che lo sciopero generale lascia fuori dalla lotta quei milioni di soggetti che non possono scioperare semplicemente perché un lavoro non lo hanno. Così, dopo che il sindacato concertativo non si è opposto alla destrutturazione del mondo del lavoro, che attraverso l’ideologia della flessibilità ha macinato diritti e garanzie, e, invece che chiamare i lavoratori allo scontro, quel sindacato ha accompagnato i processi di riorganizzazione e ristrutturazione produttiva perché servivano prima ad entrare, e poi a rimanere, nell’Europa e nell’euro,  adesso l’ineffabile segretaria della CGIL tira fuori l’argomento della inefficacia dello sciopero generale.

Da tempo gli scioperi proclamati dalla USB chiamano alla mobilitazione e alla lotta anche i precari, i disoccupati, i senza casa, i richiedenti reddito, i migranti, gli studenti. Cioè generalizzano lo sciopero a quella parte di società che diventa sempre più ampia e che non incontra più il sindacato nei luoghi di lavoro. E gli scioperi riescono, nelle fabbriche e negli uffici; riescono le manifestazioni attraverso cui si rappresentano e a cui partecipano in massa anche i soggetti sociali figli della frammentazione sociale e produttiva, come dimostrato dallo straordinario successo del 18 e 19 ottobre.

Evidentemente  la Camusso ha altri problemi. Il primo è che un sindacato che ha perso l’indipendenza dai governi e dai padroni non può chiamare allo sciopero generale che, per la sua natura prevalentemente politica, metterebbe in crisi il collateralismo di Cgil, Cisl e Uil. Il secondo è che chiamare i lavoratori alla lotta senza indicare l’obiettivo che si vuole raggiungere, o indicando obiettivi assolutamente lontani dalle reali esigenze della gente, come è stato per il ridicolo sciopericchio di quattro ore sulla legge di stabilità, rischia di essere un boomerang per il sindacato stesso.  Allora la domanda giusta non è se lo sciopero generale sia ancora utile, ma se il sindacato concertativo e complice sia ancora utile. E la risposta è no!

Leggi tutti gli articoli su: FLCGIL, sciopero, Susanna Camusso, Luc Thibault

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