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Schio riabbraccia il suo Teatro Civico

Di Nicolò Dalle Molle Venerdi 14 Marzo 2014 alle 19:30 | 0 commenti

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“Così com’è rotto, rotto deve restare”. In questa frase di Valeriano Pastor, direttore artistico del restauro del Teatro Civico, è riassunta tutta l’esperienza di Lotto Zero e Lotto Uno. Un progetto nato nel 2003 quando Marco Paolini registra cinque monologhi per “Report” all’interno del teatro e ne rimane così affascinato da scrivere una lettera aperta in cui si augura il suo restauro: “Credo che la conservazione del Teatro Civico nello stato più vicino a quello attuale offra al teatro italiano qualcosa di assolutamente unico con cui confrontarsi [...] Non è un capriccio quello di non farlo “uguale” a mille altri per avere di nuovo un teatro importante”.

L’Amministrazione Comunale decide allora d’istituire una commissione composta da tecnici, architetti ma anche registi teatrali come Gabriele Vacis, la quale sceglie di aprire al pubblico in Teatro nel suo stato di abbandono. Nel 2005 nasce così Lotto Zero, un progetto teatrale che vede la partecipazione di 99 spettatori a ogni spettacolo (numero massimo consentito per legge) i quali, assieme a tecnici e artisti, individuano i punti focali di un possibile restauro. Da Lotto Zero nasce Lotto Uno e nel 2009 prendono ufficialmente il via i lavori di restauro finanziati dal Comune di Schio, dalla Fondazione Cariverona con il contributo del Ministero dei beni culturali e della Regione Veneto. Lotto Uno si concluderà proprio nel mese di marzo 2014 con l’apertura del teatro al pubblico che potrà così testarne l’effettiva abitabilità prima di procedere con i successivi lotti di completamento.

La parola chiave del progetto è “conservazione”: fermare il degrado dell’immobile con l’intento di dar maggiore valore alla memoria, coniugando questo desiderio con le esigenze di comfort abitativo e di sicurezza pubblica. Il Teatro Civico è pensato come spazio vuoto, in cui non domini la scenografia ma l’evocazione. Il palcoscenico è ristrutturato all’insegna della grande flessibilità, in modo tale da permettere di ospitare i più diversi eventi: la struttura originaria sopraelevata può essere modificata e il palconscenico può essere portato all’altezza della platea. Gli altri interventi maggiori riguardano la realizzazione di una nuova graticcia e di una passerella aerea tra le barcacce, la creazione di due volumi interrati destinati agli impianti tecnici e di scena, e il soffitto dipinto ora di un grigio antracite (colore allo stesso tempo freddo e caldo).  

Come sottolinea il sindaco Luigi Dalla Via “Schio si riappropria di un’altra parte della sua storia, che va ad aggiungersi ai palazzi Toaldi Capra e Fogazzaro, al Giardino Jacquard, ai Chiostri del Baratto e al Lanificio Conte. Tutti spazi che sono stati restituiti ai cittadini e sono oggi luoghi vivi e vissuti, poli d’attrazione del nostro centro e motori della cultura”. Il Teatro Civico torna quindi ai cittadini di Schio che saranno ancora spettatori e interpreti della nuova vita del teatro. La musica sarà la protagonista della stagione che prenderà il via il 29 marzo e che vedrà salire sul palco tante eccellenze della territorialità: l’Orchestra dell’Accademia Musicale di Schio, Coralità Scledense, le compagnie teatrali territoriali e le giovani formazioni teatrali venete finaliste del Premio Off del Teatro Stabile del Veneto.

L’auspicio che si fanno i relatori della conferenza stampa d’inaugurazione, tutti visibilmente eccitati ed entusiasti del lavoro svolto, è che il Teatro Civico ora non chiuda più i battenti se non per brevi periodi in cui si porteranno a chiusura piccoli lavori restanti. Negli occhi e nelle parole del sindaco Luigi Dalla Via, del consigliere della Fondazione Cariverona Serena Todescato Serblin, del vicepresidente della Fondazione Teatro Civico Giovanni Potente, del direttore artistico del restauro Valeriano Pastor, del direttore dei lavori Daniela Golcic, del direttore artistico della Fondazione Teatro Civico Annalisa Carrara, e di tutti quanti hanno preso parte al progetto è palese la soddisfazione e l’emozione di riconsegnare ai cittadini un pezzo di storia di Schio che non ha eguali in tutta Italia.

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