Sanità veneta, Usb: a Santorso nessuno applaudiva
Martedi 19 Novembre 2013 alle 18:10 | 1 commenti
Germano Raniero, Unione Sindacale di Base - Il sistema socio sanitario pubblico Veneto è sicuramente capace di dare risposte di qualità alla popolazione. Il sistema socio sanitario pubblico Veneto è sicuramente tra i migliori a livello europeo. Zaia, in questi giorni, a ragione, si vanta di questa efficenza e efficacia.
Zaia si arrabbia però se qualcuno è dissonante: parlare male del sistema sociosanitario Veneto significa, afferma, denigrare, sputtanare, far credere alla gente che siamo allo sfascio o quasi.
Allora denunciare e fare vertenze per la carenza di personale nei reparti, per il rischio reale che in certe ulss non si pagano gli stipendi e gli straordinari obbligatori, é volere lo sfascio del sistema pubblico?
Denunciare che per una visita bisogna aspettare mesi, tanti, che i ticket sono ormai insostenibili, che l'unica alternativa sono le visite a pagamento, è volere denigrare la sanità pubblica?
Spiegare alla popolazione che determinati investimenti, determinate costruzioni di ospedali tramite il Projet Financing  significa finanziare i privati con i soldi pubblici, significa sostenere costi altissimi con interessi proibitivi, il doppio rispetto ad un mutuo bancario, significa  sputtanare la sanità pubblica?
Chiedere una riduzione delle ulss, passare dai Direttori Generali, figura unica e di fatto, "commissario" della Regione a dei Consigli di amministrazione con rappresentanti del territorio è essere contro la sanità pubblica?
Opporsi ai tagli di posti letto, di servizi , di ospedali, chiedere di togliere i tichet significa volere il tracollo del sistema?
Assolutamente no.
E' proprio denunciando quello che non funziona che si riesce tenere e migliorare il sistema.
Da anni dottori, infermieri, oss, tecnici, amministrativi in maniera seria, professionale con umanità svolgono il loro lavoro quotidiano.
Se siamo giunti a certi livelli di qualità non è una cosa improvvisata, è una storia che parte da lontano che ha visto lavoratori seri, assessori,  presidenti regionali, sensibili a quanto si era costruito.
Il sistema socio sanitario del Veneto raappresenta circa l'80% del bilancio regionale e questo stuzzica molti interessi e  campanilismi che i vari assessori sono i primi ad alimentare; ci troviamo così con alcuni "squilibri" di presenza dii  servizi nei territori della regione, alcuni "protetti" dal politico che conta di quel territorio altri al contrario  penalizzati.
Zaia si vanta di non aver messo l'addizionale Irpef, ricordiamo che questa nel Veneto fino a pochi anni fa veniva applicata ai redditi sopra i 40mila Euro. Cioè ai ricchi e ai benestanti.Â
Questa aliquota portava nelle casse regionali circa 140 milioni di Euro anno.
Soldi che ora non entrano; in  cambio ci troviamo  che sotto i 35 euro ci paghiamo per intero la prestazione, ci troviamo che i ticket coprono quasi per intero  la prestazione, ci troviamo con tagli di posti letto, con chiusure di ospedali, con blocco delle assunzioni, il blocco dei contratti.
Ci troviamo con i projet financing, che Zaia parla in parte di rivedere, non quello di Santorso con clausole secretate, ma  che considera uno strumento utile; dimenticando, o facendo finta, che i privati per investire  milioni di euro vogliono il "loro" profitto e che a pagarlo tocca a noi cittadini.
Chi come noi si mobilita da molti anni, come dipendenti e come cittadini  vuole tenere questo "bene comune",  vuole  che non consenta a pochi di trarne vantaggio,di speculare o di imbrogliare.
Vuole che oltre ad essere di qualità sia universale, gratuito, che non discrimini persone e territori.
A Santorso, sotto la pioggia, eravamo pochi a contestare... ma, a parte la "nomenklatura", non c'era nessuno ad applaudire.Accedi per inserire un commento
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