San Vito di Cadore, sindaco pronto alla querela contro insinuazioni giornalistiche
Giovedi 12 Settembre 2013 alle 14:20 | 0 commenti
Comune di San Vito di Cadore  - "In riferimento agli articoli di ieri e di oggi sulla stampa locale" - e concernenti l'avviso di garanzia inviato ai parenti del Sindaco Andrea Franceschi e a una dipendente comunale per una pratica di ristrutturazione - "non intendo entrare nel merito della vicenda".Â
"Mi limito solo ad osservare che non stiamo parlando di un presunto aumento di volume, ma semplicemente di un piccolo muretto - vecchio di centinaia di anni - che secondo l'accusa doveva rimanere in piedi mentre secondo il progettista, per ragioni di sicurezza, poteva essere demolito e ricostruito tale e quale."Si tratta di questioni puramente tecniche che chiariranno i progettisti e i legali della mia famiglia nelle sedi opportune", continua  il sindaco.
Secondo il Sindaco in esilio Andrea Franceschi, però, dalla ricostruzione apparsa su alcuni quotidiani "emergeva in maniera tutt'altro che velata l'insinuazione che avessi sostituito appositamente la responsabile dell'ufficio per favorire il progetto. Questa è una calunnia vera e propria".
"Per prima cosa, non è vero, come è stato scritto, che l'ex responsabile dell'ufficio edilizia ricoprisse quel ruolo da lungo tempo. Nella sua carriera ultra decennale l'ha ricoperto per poco più di 3 anni e solo dopo che il sottoscritto è stato eletto. Per essere chiari, il punto più alto della sua carriera l'ha raggiungo proprio grazie ad una nomina firmata da me e in maniera altrettanto legittima, a seguito della riorganizzazione dei servizi del Comune, ad un certo punto ho ritenuto di fare scelte diverse".
"Inoltre, non solo all'epoca della sostituzione non esisteva nessuna contestazione nei confronti del cantiere, ma addirittura il cantiere stesso non era nemmeno iniziato. Voler far oggi credere che io avrei fatto una nomina ad inizio 2011 sapendo che dopo circa 12mesi un muretto non avrebbe garantito la sicurezza e dopo 24mesi l'ufficio avrebbe dovuto esaminare la questione è un'insinuazione maligna quanto incongrua. Mi dispiace dover pensare di ricorrere allo strumento della querela, ma non posso continuare così, esposto ad ogni malignità e menzogna senza che mai nessuno debba rispondere di quanto si inventa.I fatti, messi uno in fila all'altro, sono la mia unica verità . Unica perché ce ne una sola e mi assolve da questa gigantesca ondata di fango. Ma la verità dei fatti è lenta nel cammino, e intanto le parole volano. Quelle parole che, d'ora in avanti, forse qualcuno peserà con un po' più di riguardo per i fatti in esame".
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